Bassa

Mamma e bimbo sfrattati a Trenzano in cerca di una casa

Mamme e figlio sono al momento all'ex hotel occupato di via Labirinto, a Brescia
AA

Stavano ancora dormendo Rachida e il suo bambino di nove anni quando, mercoledì tra le 6 e le 7, carabinieri e polizia locale hanno fatto irruzione nel loro appartamento di Trenzano per eseguire l'ordinanza della Procura che ne imponeva lo sgombero immediato.

Da diverso tempo l'associazione Diritti per tutti si sta occupando di questo caso di sfratto per «morosità incolpevole». Incolpevole perché Rachida ha perso il lavoro in seguito a un periodo di malattia prolungato, che l’ha resa invalida al 70%. «Siamo rimasti sgomenti dalla procedura utilizzata per evacuare l’appartamento - afferma Umberto Gobbi, presidente di Diritti per tutti - non solo perché donna e bambino sono stati trascinati fuori di casa con la forza, ma specialmente per la soluzione che il Comune di Trenzano avrebbe fornito: l’inserimento del piccolo in una struttura protetta, allontanandolo dunque dalla mamma. Una suora aveva offerto ospitalità nella comunità riabilitativa per tossicodipendenti Shalom di Palazzolo. Ma solo per due giorni, poi l’incognita».

Rachida, per non separarsi dal figlio, ha quindi trascorso mezza giornata nel centro di recupero Shalom, poi la sera, dopo un malore per lo stress accumulato, è stata condotta all’hotel Alabarda, l’ex albergo di via Labirinto ora occupato da famiglie sfrattate con il supporto di diverse associazioni.
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia