L’organo Amati del 1856 ritrova la sua voce

Dalle 21 del 31 maggio 1989 l’organo Amati del 1856 della parrocchiale di Manerbio non suonava più, a causa di un incendio che lo ha gravemente danneggiato, seppur in modo parziale. Tornerà a farlo questa domenica, quando, dopo un lungo periodo di ricostruzione, si terrà l’inaugurazione dello strumento completamente recuperato e messo a nuovo.
Alle 20.30 si potrà così assistere alla cerimonia di benedizione, con l’illustrazione dei lavori da parte dell’organaro Daniele Giani e la lezione concerto di Alessandro Casari. Seguiranno altri due appuntamenti: venerdì 6 il concerto d’organo di Susanna Soffiantini, mentre sabato 7, domenica 8 e lunedì 9 avverrà il primo utilizzo nelle celebrazioni liturgiche della Madonna del Rosario; infine domenica 15 concerto per organo e violino dei maestri Marco Ruggeri e Lina Uinskyte.
Un lavoro lungo quello di riportare in vita l’Amati 1856, iniziato nel 2010. Grazie a questa opera la comunità si riappropria di un suo prezioso bene artistico, rimettendolo in funzione attraverso il restauro di due anni curato da Daniele Giani, maestro organaro titolare della bottega di Corte de Frati. Dalle 1940 canne (di cui 132 in legno) che lo compongono (per lo più originali, altre ricostruite ex novo e altre ancora recuperate) usciranno dunque melodie che riempiranno la navata della parrocchiale dedicata a San Lorenzo. E per una intera generazione di persone sarà una assoluta novità. L’opera è costata 350 mila euro: finora ne sono stati raccolti oltre 250 mila, grazie a elargizioni e contributi di privati, enti e donazioni.
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