Bassa

L’incubo delle scale, un gesto d’amore per Antonio

Ha 11 anni, ed è sulla sedia a rotelle. La zia ha chiesto un aiuto per far realizzare il montascale, già raggiunta la cifra
La storia di Antonio
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«Il mio problema sono quelle terribili scale - ho paura di scivolare e di far cadere Antonio. La mia schiena e le mie gambe non reggono più».

Questo l'appello di zia Anita che per continuare a curare Antonio deve far realizzare un montascale con seggiolino.

«Mi hanno presentato un preventivo di 4mila euro. Non potrò mai permettermi questa spesa! Vivo con una pensione minima e devo pagare le medicine per Antonio. Come faccio?».

La generosità dei bresciani non si è fatta attendere e la somma è già stata raccolta.

Antonio ha 11 anni. Vive in un paese della Bassa con zia Anita, vicina ai 70. Dopo la morte di zio Benito, avvenuta due anni fa, sono rimasti soli.

La casetta a schiera, orgoglio di una vita di lavoro, adesso è diventata troppo grande e inadeguata, con tutte quelle scale, pericolosa per la zia, che deve portare in braccio ogni giorno, più volte al giorno, dalla zona giorno, alla zone notte, il suo bambino. Perché Antonio, figlio del fratello di Anita, vive costretto su una sedia a rotelle. La diagnosi prenatale è stata tanto devastante quanto chiara: spina bifida e forame ovale pervio. I genitori non sono riusciti a farsi carico di «tutto questo - dice la zia -. Antonio vive con me da quando aveva tre anni. Prima l’affido e poi un’adozione speciale concessa dal Tribunale dei minori».

Il piccolo Antonio ha già subìto alcune operazioni: al cuore e al palato, per una malformazione congenita. Parla con gli occhi.

«Occhi che hanno visto cose che un bambino non avrebbe dovuto vedere mai - dice la zia non riuscendo a trattenere le lacrime - e recentemente gli è stata diagnosticata anche la malattia rara di George. Ha sofferto tanto, troppo». Zia Anita è una donna piena d’energia. Mamma di una figlia e nonna, ha scelto di dedicarsi ad Antonio «perché - dice - altrimenti oggi questo bambino non sarebbe più qui». Ha bisogno di cure quotidiane, Antonio, perché i suoi piccoli reni funzionano poco e male.

Clara Camplani

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