Bassa

L'appello: «Con il Recovery, soldi per vittime di femminicidio»

La mamma di Monia Del Pero, uccisa nel 1989, ha scritto al premier Draghi
Monia Del Pero, 19 anni, uccisa il 13 dicembre 1989 - © www.giornaledibrescia.it
Monia Del Pero, 19 anni, uccisa il 13 dicembre 1989 - © www.giornaledibrescia.it
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Ha scelto la giornata della festa della donna per aggiungere un capitolo alla battaglia che porta avanti da anni. Per sua figlia, nel nome di sua figlia e per le famiglie come la sua che piangono una vittima di femminicidio. «Ho scritto al presidente del consiglio Mario Draghi» racconta Gigliola Bono, la mamma di Monia Del Pero, uccisa a Manerbio a 19 anni il 13 dicembre del 1989. Ammazzata e gettata in un dirupo dal fidanzato che ha scontato la condanna ed è tornato un uomo libero, si è rifatto una vita e costruito una famiglia.

«E invece Monia non tornerà mai più e la nostra vita non si ricostruisce» ha sempre detto in questi anni la signora Gigliola entrata nei tribunali di tutta Italia per chiedere qualcosa che nessuno in 30 anni le ha mai riconosciuto. «Un indennizzo per le vittime di femminicidio».

Il suo motto è sempre: «Dallo Stato non voglio l’elemeosina, ma chiedo che venga rispettato un diritto» e lo ha detto anche ieri nel giorno in cui l’istituto Abba Ballini ha premiato gli studenti che hanno partecipato al concorso letterario «Io esisto» intitolato proprio alla memoria della sua Monia. Lettera a Mattarella. «Nel nostro ordinamento ci sono normative che prevedono che nel caso in cui chi ha procurato il danno non risarcisca sia lo Stato a farlo. Perché non avviene con i femminicidi?» è la domanda avanzata qualche tempo dalla stessa Gigliola Bono anche al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Dal Quirinale una risposta era pure arrivata.

«Il Presidente Mattarella segue con molta attenzione i problemi connessi alla condizione femminile e vive con preoccupazione e turbamento le vicende di violenze e sopraffazione di cui troppo spesso sono fatte oggetto le donne. Con particolare riguardo ai casi di femminicidio definito dal Capo dello Stato "una emergenza sociale tragica ed inquietante"» ha scritto il direttore dell'ufficio della Presidenza della Repubblica. Aggiungendo però, replicando alla richiesta di creare un fondo vittime: «Per posizione costituzionale il Capo dello Stato non ha facoltà di intervento e di valutazione sulle questioni rappresentate».

L’appello a Draghi. Per questo Gigliola Bono ha deciso di cambiare obiettivo istituzionale e di scrivere al neo premier Mario Draghi. Puntando sul tema più attuale della politica italiana.

Il Recovery fund. «In questi mesi abbiamo visto bonus per i monopattini, per le biciclette, per gli occhiali. Possibile che non ci sia margine di pensare ad un indennizzo per i parenti delle donne uccise e per gli orfani?» si chiede la mamma di Monia Del Pero. «Ogni volta mi sono sentita rispondere che ho ragione a battagliare, ma che purtroppo in Italia non ci sono soldi. Ora - aggiunge la donna - dall’Europa arrivano finanziamenti come mai nella storia del nostro Paese e quindi non si potrà più usare la scusa delle casse vuote». Quindi l’appello. «Caro Draghi, con i soldi del Recovery troviamo qualche spicciolo anche per le famiglie delle vittime di femmincidio».

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