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Lampedusa, nella notte il ricordo dei 368 morti in mare a 10 anni dalla tragedia

Alle 3.15 anche le cinque ragazze dell'Einaudi di Chiari in questi giorni sull'isola hanno partecipato alla commemorazione
  • Il ricordo del naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa
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Alcuni delicati rintocchi di campana hanno dato il via al momento di raccoglimento al Memoriale delle vittime del naufragio del 3 ottobre di 10 anni fa a Lampedusa. Nonostante fossero le 3.15 tutti gli studenti arrivati sull’isola per partecipare alle iniziative organizzate dal Comitato 3 ottobre hanno voluto esser presenti e testimoniare la loro vicinanza ai sopravvissuti, che dopo esser stati salvati dalla gente dell’isola si sono poi spostati in altri Paesi europei di cui ora sono diventati cittadini. Il canto dei grilli è stato interrotto dalle note del Silenzio suonato da due ragazzi di un liceo di La Spezia, mentre i coetanei di Pesaro hanno fatto riascoltare le canzoni del loro musical dedicato alla tragedia. E poi, quando uno dei sopravvissuti ha recitato una poesia nella sua lingua, non è stato facile per chi era con lui trattenere le lacrime.

Tra i ragazzi c’erano anche Alice, Nadia, Emanuela, Ilaria e Giada, le studentesse dell’Einaudi di Chiari accompagnate a Lampedusa da due preparate e coraggiose docenti, Sabrina Corsini e Valeria Lotta. «È stato molto emozionante - racconta Emanuela in mattinata -, soprattutto quando i sopravvissuti si sono commossi. Ho provato molta empatia». Irene ha apprezzato il gesto di lasciare una sorta di lumino al Memoriale come segno di vicinanza, mentre Nadia ci confida di essersi emozionata, «di aver provato dolore per le persone che loro hanno perso. Sicuramente è meglio ricordare che dimenticare, altrimenti si vive nell’indifferenza». Alice ha cercato di immedesimarsi «nei sopravvissuti, ci ho provato ma spero di non capirlo mai cosa significhi perdere tutti i compagni di viaggio». Per Giada i morti in mare meritavano «un secondo funerale. Le commemorazioni alle ricorrenze non bastano ma daranno un po’ di pace».

Vito Fiorino, il pescatore che ha salvato 47 migranti, ha voluto dedicare ai ragazzi un saluto, mentre non ha partecipato alla commemorazione ufficiale che si è tenuta in mattinata con le autorità e con la vicepresidente del senato Mariolina Castellone. Poi, circa un migliaio di persone ha camminato da piazza Castello fino alla Porta dell’Europa, tenendo in mostra cartelli con scritte date e numeri delle vittime dei naufragi che nonostante i «mai più» pronunciati dai politici si sono registrati in questi dieci anni, un numero che arriva a 27mila, ma è relativo solo a quelli di cui si è venuti a conoscenza. Migranti invisibili; morti invisibili.

Dalla scogliera sono stati lanciati fiori in mare mentre gli studenti dell’istituto Pirandello hanno suonato musiche struggenti. Un giovane eritreo che quella notte fu salvato ha esortato «a non costruire muri ma a costruire ponti». La commemorazione si è conclusa poi attorno a mezzogiorno quando le motovedette di carabinieri, guardia di finanza guardia costiera, e di chi presta soccorso in mare, insieme ad alcune barche più piccole sono arrivate nel luogo del naufragio, hanno acceso le loro sirene per qualche secondo e in mare è stata gettata una corona di fiori. 

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