Bassa

La vecchia si fa i selfie e, dopo il processo, finisce al rogo

L’appuntamento per grandi e piccini sarà sabato sera alla Motella di Borgo San Giacomo
La curiosa «ècia» che verrà bruciata nella campagna - © www.giornaledibrescia.it
La curiosa «ècia» che verrà bruciata nella campagna - © www.giornaledibrescia.it
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Nel cuore della Bassa è nuovamente tempo dell’ancestrale rito del rogo della vecchia.

L’appuntamento è questo sabato alle 20.30 alla Motella di Borgo San Giacomo. L’iniziativa è nata, ed è stata portata avanti negli anni, dalla volontà di un gruppo di genitori intenzionati a far conoscere ai propri figli (riproponendola all’intera comunità) un’usanza che rischiava ormai di perdersi. «Anche se la tradizione vorrebbe che il rogo avvenga il giovedì - hanno spiegato gli organizzatori - la scelta è caduta sul sabato per favorire la partecipazione dei più piccoli, che il giorno dopo non devono andare a scuola».

Dunque, per una sera appena, il clima mesto e sobrio della Quaresima verrà bruscamente interrotto. «Brüsom la ècia… » grideranno ai lati delle strade i ragazzini, accompagnando con pentole e barattoli il corteo. Dopo il processo, officiato da figuranti in costume, l’enorme fantoccio dalle fattezza umane sfilerà per le vie del paese procedendo per i campi dove sarà sacrificato.

Con un secondo strappo alle regole della tradizione, la «vecchia», curva, malconcia, col naso adunco e gli occhi stralunati, anziché recare in grembo una culla di legno, segno e simbolo della sua fertilità perduta, reggerà in mano un lungo bastone da selfie, ammiccante e pronta ad un ultimo scatto prima di essere bruciata. La signora andrà a morire in un campo a «sveghèr» (incolto), poco lontano dal centro abitato

La sua fine sarà orribile, perché, dopo un sommario processo durante il quale verranno elencate le malefatte da lei operate durante l’annata agraria, verrà bruciata viva, come una strega. Il falò della «vecchia» è un atto purificatore e propiziatorio. Una tradizione che ha origini remote e va a ricollegarsi alla tribale riverenza che intere civiltà contadine ebbero nei confronti della «Madre Terra», e in particolare vuole celebrare la vittoria della buona stagione sull’inverno sterile e freddo. A rito ultimato il corteo festante farà tappa al circolo Acli dove per grandi e piccini verrà allestito un gustoso rinfresco a base di chiacchiere e frittelle.

 

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