Bassa

La passione di Mario Caffi per i rondoni che scelgono la Bassa

L’esperto ornitologo si è preso cura della torre di San Paolo dove oggi nidificano 120 coppie
Mario Caffi con un esemplare di rondone che nidifica nella torre di San Paolo
Mario Caffi con un esemplare di rondone che nidifica nella torre di San Paolo
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Da San Paolo a Quinzano, passando per Longhena e Verolavecchia: sono parecchie decine le colonie di rondoni, distribuite tra molti paesi della Bassa, che l’ornitologo Mario Caffi ha salvato e studiato in quarant’anni d’esperienza. Una passione la sua che da un lato lo ha portato alla notorietà e ad incarichi di spicco, quale quello di responsabile del centro cattura a scopo scientifico delle isole Pontine, ma che l’ha portato anche a tagliare traguardi importanti a livello professionale, come quello di aver controllato quasi il cento per cento delle specie nidificanti in Italia e l’aver studiato oltre 5.000 nidi di rondoni.

Mario Caffi censisce e «inanella» tutti gli esemplari che passano dalla torre di San Paolo
Mario Caffi censisce e «inanella» tutti gli esemplari che passano dalla torre di San Paolo
«Il mio amore per i volatili - così ci dice l’esperto, originario di Motella, piccola frazione di Borgo San Giacomo - è iniziato negli anni Ottanta con il recupero della torre rondonaria di San Paolo, che oggi ospita una delle colonie controllate più grandi di tutta Italia. In aprile arrivano circa 120 coppie di questa specie protetta ed è uno spettacolo bellissimo».

La piccola costruzione, che risale al 1897, venne scoperta proprio da Caffi e oggi è meta di molti ricercatori. «All’interno era completamente distrutta - spiega - così l’ho ripristinata e in pochi anni, dalle quattro o cinque coppie di rondoni che hanno iniziato a gravitarvi, una volta sistemata, sono arrivato a inanellare circa trecento esemplari».

A San Paolo hanno trovato l'habitat ideale - Foto © www.giornaledibrescia.it
A San Paolo hanno trovato l'habitat ideale - Foto © www.giornaledibrescia.it
Questa colonia, unica nel suo genere, è il punto di riferimento di varie Università che la utilizzano per le proprie ricerche. Agli studi, che poi vengono pubblicati su riviste specializzate, il più delle volte partecipa anche Caffi. «Da qui sono nati una quarantina di lavori scientifici, alcuni anche molto importanti a livello mondiale - spiega Caffi -, come quello che abbiamo portato a termine lo scorso anno relativo alla pandemia. Ho intuito infatti che la colonia, durante il lockdown, stava cambiando. Incrociando centinaia di dati, relativi alle covate, mi sono reso conto che le uova, che in genere erano al massimo tre, nel 2020 sono state, nel 70 per cento dei casi, quattro».

Più di cento le coppie che nidificano nella torre
Più di cento le coppie che nidificano nella torre
Da qui è nata una ricerca, pubblicata su una delle riviste di ornitologia più importanti a livello mondiale, nella quale viene studiato come il minor inquinamento dovuto al lockdown, abbia avuto effetti più che benefici sui rondoni. Tra i «Monumenti Vivi» gestiti da Mario Caffi - così vengono definiti gli edifici le cui caratteristiche architettoniche hanno determinato l’insediamento di colonie di rondoni, durante il periodo riproduttivo - oltre alla torre di San Paolo, c'è anche il sottotetto di una casa privata a Quinzano che ospita una sessantina di coppie di rondoni, già tutte censite.

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