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Intelligenza artificiale, Forbes incorona Michele Grazioli

La rivista inserisce l’ex studente del Cossali di Orzinuovi tra i cento leader italiani under 30 del futuro
In copertina. Michele Grazioli
In copertina. Michele Grazioli
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A quattro anni sapeva già leggere e scrivere. A 12 aveva creato un software per tenere la contabilità all’impresa edile del padre. A 18 anni, studente liceale, aveva già fondato una azienda, la «Divisible Global», che vanta sedi in parecchie parti del mondo, e si preparava ad essere quello che in poco tempo il settore del digital gli ha riconosciuto, una mente geniale dell’intelligenza artificiale applicata al mondo delle imprese, tanto da diventare il volto scelto per la copertina di Forbes di gennaio 2021.

Michele Grazioli, giovane 25enne di Soncino, studente al liceo scientifico Cossali di Orzinuovi prima e poi laureato alla Bocconi, è stato riconosciuto da Forbes tra i 100 leader italiani under 30 del futuro. In questo momento, tra le altre cose, è presidente e amministratore delegato di Vedrai Spa, con sede a Milano e a Brescia in via Fratelli Ugoni. La società, fondata a maggio 2020, vanta ora 20 dipendenti ed è in continua espansione.

Chi conosce Michele Grazioli lo descrive come una persona molto semplice, ma dotata di una mente eccezionale. La sua vision è quella di supportare nel processo decisionale, tramite le nuove tecnologie, gli imprenditori delle piccole e medie imprese, per restituire loro il tempo. «I calcoli e la matematica mi hanno appassionato fin da piccolo, ma quello che ho sempre sognato era di fare l’imprenditore» racconta Grazioli.

«Da piccolo mi alzavo alle 6 e volevo essere il primo ad arrivare all’asilo, perché nella mia testa l’imprenditore era sempre il primo a presentarsi in azienda e l’ultimo a tornare. Dormivo poco e ancora oggi alle 3 di notte mi sveglio per dedicarmi al mio lavoro. Alle elementari mi hanno regalato un computer e da autodidatta ho imparato a programmare. Qualche anno dopo, nel periodo della crisi edilizia, ho pensato di aiutare mio papà. Così ho creato i primi algoritmi che potessero suggerire le decisioni migliori da prendere, partendo dai dati a sua disposizione. Mi appassionava insegnare al computer a risolvere problemi, tanto che, quando sono poi passato al liceo, dedicavo la maggior parte del mio tempo a lavorare per la Divisible, l'azienda che ho creato ancora adolescente. Gli altri miei amici studiavano letteratura e scienze. Io, invece, mi appassionavo a creare algoritmi».

«Michele già alle superiori aveva spalancato la propria finestra sul mondo - ci riferisce una sua insegnante del liceo -. Abituato a viaggiare a ben altra velocità, la scuola gli andava stretta e pur così giovane era capace di leggere con straordinario anticipo i tempi». «Adesso ho 25 anni - conclude Grazioli - non so se da grande sarò un bravo imprenditore, ma so che continuerò a sognarlo».

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