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Incendio alla Solat, pompieri al lavoro contro gli ultimi focolai

Una novantina i vigili del fuoco che si sono alternati a Leno. Al vaglio le cause del rogo: forse problemi durante lavori di una ditta esterna
Il rogo alla Solat: fiamme e fumo a Castelletto di Leno
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Trentamila forme di grana in fumo. E lo stesso destino sarebbe toccato a tutte quelle, circa il triplo secondo le stime, stoccate nel deposito attiguo della Solat di Leno, se l’intervento dei Vigili del Fuoco non avesse scongiurato la propagazione delle fiamme al magazzino. Proprio in questa logica hanno operato i Vigili del Fuoco, circa una novantina quelli che fra ieri e oggi si sono alternati sul luogo del devastante incendio, con quello che gli addetti ai lavori chiamano un attacco di contenimento.

L’approvvigionamento di acqua è stato l’aspetto determinante: 5 autobotti hanno fatto la spola per garantirne continuo apporto, riversando poi l’acqua nella kilolitrica, una speciale autocisterna da 25mila litri dalla quale pescavano poi le due autopompe attive sul fronte est e su quello ovest dello stabilimento. Le lance hanno operato dall’alto grazie all’impiego di due autoscale: questo per consentire lo spegnimento in condizioni di sicurezza per gli stessi vigili del fuoco visto che la struttura non offriva più garanzie di tenuta statica. E anche grazie a questo, nessuno dei pompieri – pur a fronte della vastità dell’incendio – è rimasto ferito.

Fiamme e fumo alla Solat in un'immagine scattata a incendio ancora in atto - © www.giornaledibrescia.it
Fiamme e fumo alla Solat in un'immagine scattata a incendio ancora in atto - © www.giornaledibrescia.it

L’incendio è di fatto sotto controllo fin dal pomeriggio di ieri e già nelle scorse ore poteva dirsi di fatto estinto, i Vvf stanno comunque operando per quello che definiscono lo spegnimento minuto, vale a dire lo spegnimento di quei focolai rimasti attivi perché nascosti sotto lamiere e altri materiali crollati nello stabilimento. Squadre sono intervenute oltre che dal Comando di Brescia dai distaccamenti di mezza provincia e tuttora sta operando una trentina di vvf.

Sulle cause, il riserbo è massimo e gli accertamenti dovranno essere condotti dai vvf quando ultimate le operazioni di spegnimento potranno accedere all'interno della struttura, ma secondo le testimonianze raccolte, qualcosa sarebbe andato storto nel corso di un intervento di lavorazione condotto da una ditta esterna del Parmense che stava provvedendo alla saldatura e all'installazione di nuove vasche.

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