Bassa

«In piazza con noi» fa tappa a Manerbio

Alle 11 su Teletutto e sul sito la trasmissione dedicata alla realtà sociale ed economica del comune bassaiolo
  • In piazza con noi a Manerbio
    In piazza con noi a Manerbio
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    In piazza con noi a Manerbio
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La piazza-cortile con giardino, ampio e signorile, nel cuore del municipio di Manerbio è la misura migliore per la nostra «In piazza con noi». Domenica mattina alle 11 inizia la diretta di Teletutto in questa conchiglia appartata del centro storico manerbiese, insieme al sindaco Samuele Alghisi, al vice sindaco Giandomenico Preti, guida e illustratore preciso della sua comunità, e con loro gli altri amministratori - saluto particolare al «vecchio» Diego Peli -, i rappresentanti del terzo settore, così ricco e influente per i tanti bisogni dell’area manerbiese e non solo, con i rappresentanti dell’economia e della sanità, in una città in cui l’industria, insieme alla vicina Verolanuova, esplose per prima e per prima andò a patire una crisi di mutazione necessaria per interpretare il nuovo tempo sociale ed economico.

Il fiume Mella entra nelle reni di Manerbio e viene usato e sorvegliato, con l’ambizione di disintossicarlo dalle intossicazioni di cui patisce ancora molto prima di arrivare nella capitale della pianura centrale bresciana.

I nostri Clara Camplani e Marco Recalcati - reduci dalla puntata che ha visto protagonista un'altra cittadina bassaiola: Pompiano - sono dentro le case e le istituzioni pubbliche e private da diversi giorni e ci riferiscono di soggetti impegnati a respingere congiunture, a rimediare alle fermate lunghe della pandemia, ci riferiscono di comunità cooperative contro le non abilità come quella coop esemplare denominata «Tilt» che spiega proprio che non si va in tilt se si sta insieme e si identificano e vivono alcune priorità rispetto ad altre.

E per la nostra parte, con Umberto Scotuzzi, collega delle cento nostre frontiere di provincia, viviamo l’esperienza di una comunità robusta e sensibile contro la tossicodipendenza. E in mezzo ci stanno i moltissimi della Virtus, di quel calcio storico di Manerbio che mise sulle maglie la parola del valore in sè, della Virtù, del movimento sano e delle ricadute di quel muoversi in compagnia secondo regole di una competizione amicale, con tanto di vigore, ci mancherebbe, ma senza quella «rabbia» spesso evocata dai cosiddetti leader del calcio locale e mondiale.

Se ti porti sul ponte di Manerbio, quel ponte che congiunge il nord con il sud, la città con la Bassa interna e da ovest a est disegna l’orizzonte tra pianura e Benaco, leggi un territorio con molte carte da giocare, per primo un green respirato, un verde di ossigeno e quindi di bellezza, una salute e un socio sanitario, osservatore speciale, da appena sotto il fiume ed è quella forza di ospedale con dentro più di mille occupati con specialità crescenti e una risposta quotidiana espressa con una fatica appassionata da ogni persona, da ogni funzione. L’ospedale rappresenta il conforto e la protezione per il corpo e per la mente, per il lavoro e per la casa e tutto un territorio non smette idealmente di ammirarlo proprio dal nostro ponte come si ammira un bene non arrivato per caso e non cresciuto per caso.

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