Bassa

Il video dei lupi nei campi non è stato girato nella Bassa Bresciana

Oggi sono diventati virali su Whatsapp video e foto che ritraggono lupi. Sono stati girati in altre zone, hanno accertato i carabinieri
Un fermo immagine dal video dei lupi nei campi
Un fermo immagine dal video dei lupi nei campi
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Per tutta la giornata di martedì alcuni video legati ad avvistamenti di lupi hanno fatto preoccupare i bresciani della Bassa. In un video si vedono tre lupi che attraversano la strada e corrono nei campi, in un altro viene ritratta la carcassa di un cane, una foto inoltre immortala una mucca sbranata. Questi materiali sono diventati virali su Whatsapp perché tantissimi utenti hanno iniziato a condividerli spargendo la voce che i lupi si aggirassero per il Bresciano.

Si tratta però di notizie false. I video sono arrivati anche ai carabinieri, che dopo scrupolose verifiche hanno accertato che si tratta di spezzoni ripresi in altre zone d'Italia, anche molto distanti. Sono stati condivisi sul gruppo Facebook Sei di Comezzano Cizzago se, da cui sarebbe partito il tamtam su Whatsapp. I video erano apparsi anche su diversi siti web di Cremona nei giorni scorsi, insieme alla notizia di un avvistamento di lupi tra Grumello e Pizzighettone. Ad appurarlo sono stati i carabinieri forestali che ora stanno cercando di risalire alla persona che ha condiviso i video e le foto per prima.

In giornata era stato diffuso anche un post con il logo del Comune di Comezzano Cizzago, condiviso anche sulla pagina del municipio, che diceva: «Avviso urgente, segnalato branco di lupi sul nostro territorio. La guardia forestale è al lavoro e li sta cercando. Vi invitiamo a prestare la massima attenzione e a segnalare eventuali avvistamenti al nucleo forestale di Brescia». Il post è poi stato rimosso.

Al di là del riferimento alla guardia forestale, che da anni non esiste più ed è stata sostituita dai carabinieri forestali, poteva destare sospetto il fatto che sopra i messaggi in Whatsapp compariva la scritta «inoltrato molte volte». Quando questo accade, di solito è probabile che si tratti di un fake perché i messaggi falsi tendono a diventare virali. Capita perché è comprensibile che facciano breccia nelle paure o nelle attese collettive (quanti nella Bassa temono i lupi?), e quindi come esseri umani tendiamo ad amplificare subito le nostre percezioni. Per esempio condividendo un messaggio non verificato e proveniente da mittenti non verificati.

Cosa si può fare? La prima cosa è chiedere a chi ha inviato il messaggio se conosce la fonte.  È necessario che l’origine sia una fonte ufficiale, che possono essere un ente istituzionale, i carabinieri forestali, un’associazione accreditata sul territorio. Tutti soggetti che possono comunque commettere errori. Un’altra cosa utile è provare a fare una ricerca per immagini su Google: aprite il browser e caricate l’immagine che vi è stata inoltrata, se è già stata pubblicata da qualche parte apparirà e potrete scoprirne la prima pubblicazione, che magari risale a molto tempo prima. Se nessuna di queste azioni porta a nulla, aspettate un attimo: meglio essere prudenti. È probabile che a un certo punto venga fuori che si trattava di fake news, dopo che qualcuno ha fatto il lavoro di verificarlo. E se non avete inoltrato subito anche voi il messaggio, avete contribuito a fermare il flusso di notizie false e a evitare allarmi.

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