Bassa

Il Naviglio di Ghedi è ancora pieno di alberi caduti e plastica

Il Comune sta cercando un accordo tra Broletto e proprietari. La proposta: «Chi lo pulisce, si tiene la legna»
Piante e rifiuti nel Naviglio di Ghedi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Piante e rifiuti nel Naviglio di Ghedi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Povero Naviglio: abbandonato a se stesso, intasato da alberi, rami e dalla plastica. Il corso d’acqua più iconico di Ghedi è lì da sempre, chiuso in due sponde che danno rifugio a una mezza selva di alberi: piante di vario genere, molte delle quali sono state piegate o abbattute dal forte vento che a luglio ha sferzato la Bassa, soprattutto nel rettilineo che porta a Montirone. Decine di alberi sono ancora lì: alcuni adagiati alla rinfusa sulle sponde, altri di traverso nel letto del torrente. Altri ancora, piegati dal vento, incombono come oscuri presagi sui veicoli che sfrecciano sulla Brescia-Parma, la provinciale che costeggia l’argine nord.

Insomma, a parte qualche intervento di emergenza fatto nelle ore successive al temporale, i segni della bufera sono ancora lì, perché nessuno s’è preso la briga di intervenire. E i cittadini si chiedono: l’Amministrazione comunale che fa? «Forse non tutti sanno - spiega l’assessore Luca Mostarda -, che per la tutela del territorio spendiamo 35mila euro l’anno, ai quali ne vanno aggiunti 110mila per le potature e 50mila stanziati una tantum in seguito all’emergenza dello scorso luglio».

Bene, ma il Naviglio? «Questo torrente merita un discorso a parte - continua Mostarda -. Certo che bisogna intervenire, ma nel rispetto della legge, tenendo conto delle competenze e delle pertinenze. Il fatto è che per la sponda nord bisogna fare riferimento alla Provincia di Brescia, mentre per la sponda sud dobbiamo guardare ai proprietari dei terreni. E con il vento dello scorso luglio, molti alberi di una sponda sono caduti sull’altra e viceversa».

Come si risolve la questione delle competenze? «Abbiamo già fatto numerosi rilievi, ora stiamo agendo su due fronti: da una parte sollecitando la Provincia a intervenire, dall’altro "invitando" i proprietari a fare altrettanto. Però, dal momento che i metodi coercitivi non ci piacciano, stiamo valutando un accordo (naturalmente da definire) in base al quale chi pulisce le sponde del Naviglio in cambio si tiene la legna. Potrebbe essere un incentivo che funziona». 

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