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Gru presa a fucilate nel cielo di Dello, salvata in un fossato

Colpita da quattro pallini. Il Wwf: «Non si fossero attivati tanti cittadini sarebbe morta. Atto gravissimo che chiude un anno nero»
  • Gru presa a fucilate e abbattuta a Dello, salvata dal Wwf
    Gru presa a fucilate e abbattuta a Dello, salvata dal Wwf
  • Gru presa a fucilate e abbattuta a Dello, salvata dal Wwf
    Gru presa a fucilate e abbattuta a Dello, salvata dal Wwf
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    Gru presa a fucilate e abbattuta a Dello, salvata dal Wwf
  • Gru presa a fucilate e abbattuta a Dello, salvata dal Wwf
    Gru presa a fucilate e abbattuta a Dello, salvata dal Wwf
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Ferita al petto, accovacciata in un fosso, quasi fosse uno straccio. La descrizione che viene da chi l'ha vista è questa: sembrava destinata a morte certa la gru abbattuta dalle fucilate nel cielo di Dello, «non fosse stato per i tanti cittadini che si sono mobilitati» assicura Emanuela Marzoli, Guardia Ecologica Volontaria della Provincia.

Ma la sensibilità di chi l'ha trovata e soccorsa ha fatto sì che l'animale, rarissimo, fosse consegnata dalla Guardie Venatorie del Wwf al Cras di Valpredina a Cenate Sopra, nella Bergamasca, dove sottoposta a radiografia, sono emersi rapidamente i 4 pallini di piombo del diametro di 3 mm.

«Sono pallini di una certa dimensione» spiega Filippo Bamberghi, guardia Wwf del Nucleo di Brescia, «utilizzati per la caccia alla fauna stanziale, come fagiani, mini-lepri oppure per la caccia alle anatre. Due pallini sono conficcati in un’ala dove hanno procurato una frattura e due nel posteriore dell’uccello. Le condizioni sono stabili, l’ala è stata immobilizzata per evitare una maggiore compromissione dell’osso fratturato. Ci vorranno alcune settimane per capire se la Gru possa essere rimessa in libertà e possa proseguire la migrazione».

Il gravissimo episodio evidenzia il perdurare del bracconaggio, nonostante il costante impegno del Corpo di Polizia provinciale-Nucleo Ittico Venatorio e delle Guardie Volontarie Wwf nella pianura bresciana, sotto il coordinamento  del Commissario Capo Dario Saleri: attività che ha portato alla denuncia durante la corrente stagione venatoria 2018/19 di 41 cacciatori, con il sequestro di 38 fucili, 28 richiami acustici a funzionamento elettromagnetico e 119 esemplari di fauna protetta.

Quello del bracconaggio, come spesso denunciano le cronache, è fenomeno particolarmente insistente nel Bresciano, considerato uno degli epicentri: si pensi la Polizia Provinciale di Brescia, dal 2001 al 2018, ha portato alla denuncia di 2.171 persone per atti di bracconaggio, con il sequestro di 1060 fucili, 669 richiami, 1500 reti da uccellagione, 3.413 trappole, 4.860 esemplari di fauna morta e 2137 esemplari di fauna viva. Al contempo, l’attività del Nucleo Ittico-Venatorio, ha consentito il recupero di 644 esemplari di fauna ferita o in difficoltà, di cui ben 148 rapaci, che sono stati consegnati ai CRAS convenzionati (Centri recupero animali selvatici) di Valpredina e Paspardo.

Certo, stigmatizzano dal Wwf, una vigilanza via via ridotta all’osso e sanzioni i cui importi sono fermi dal 1992, rendono spesso poco efficaci anche gli sforzi di chi contrasta il bracconaggio in prima linea a fronte dell'entità e del radicamento del fenomeno.

L'appello del Wwf, infine, è rivolto a tutti i cittadini: eventuali segnalazioni di bracconaggio possono essere inoltrate al Telefono antibracconaggio del Wwf: 3287308288.

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