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Giovedì a Cadignano l’addio a Giambattista Cerutti

Cerutti, nativo di Manerbio, era un grande appassionato di moto e appena poteva usciva in compagnia di amici
Il centauro. Giambattista Cerutti
Il centauro. Giambattista Cerutti
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È un vuoto inaspettato quello lasciato da Giambattista Cerutti, il centauro verolese scomparso domenica nel violento schianto avvenuto lungo la strada dello Schenèr, in Trentino.

Troppo gravi le ferite riportate dal motociclista schiantatosi contro un muro, forse mentre stava tentando un sorpasso. Cerutti lascia la moglie Mariangela e un figlio trentenne, Mattia, agente di Polizia locale a Crema e per qualche ora a settimana anche a Barbariga.

La salma è attesa oggi nel Bresciano, giovedì alle 16 l’ultimo saluto nella chiesa di Cadignano. Allibiti e senza parole i colleghi di lavoro della Sil che fino a poco prima delle ferie avevano visto Giambattista in azienda. Perché anche se Cerutti era già in pensione aveva deciso di lavorare ancora, segno di impegno e grande dedizione.

Senza parole anche gli abitanti di Cadignano, la frazione di Verolanuova dove il motociclista viveva con la famiglia e dove lo ricordano come una persona gentile e riservata. Cerutti, nativo di Manerbio, era un grande appassionato di moto e appena poteva usciva in compagnia di amici o da solo in sella alla sua due ruote. Quello di domenica doveva essere un bel tour ma, in pochi attimi, si è trasformato in una tragedia che lascia un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo conosceva.

 

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