Fu prigioniero di guerra, a 103 anni è presidente onorario dei combattenti

La carica che gli hanno conferito - presidente onorario della sezione di Leno dell’Associazione nazionale combattenti e reduci - se l’è guadagnata sul campo. Mario Bonetti, infatti, 103 anni compiuti, ha fatto la guerra in Libia, poi è stato prigioniero in Africa, quindi in Inghilterra. Finita la guerra ha cresciuto sei figli. Nel frattempo, dal 1950 al 1986, ha lavorato come bidello alla scuola media di Leno.
Cominciamo col dire che Mario Bonetti si chiama Luigi. Con questo nome, infatti, è iscritto all’anagrafe. Ma quando il destino si portò via il fratello Mario, lui ne prese il nome. Per tutti, insomma, Luigi era ed è Mario.
La «cartolina»
La sua vita è da raccontare. Nato a Leno l’8 aprile del 1920, ricevuta la famosa «cartolina», il 3 febbraio del ‘40 parte militare: destinazione Piacenza, nella 21esima artiglieria motorizzata, divisione Trieste. L’Italia è in guerra e lui viene gettato nella mischia, a Tripoli, dove rimane per 6 mesi. Trasferito al fronte, al confine con l’Egitto, partecipa alla battaglia di Bardia: tre giorni di inferno, dal 2 al 5 gennaio 1941.
Catturato il 2 gennaio 1942 dagli inglesi, trascorre sei mesi di prigionia in Egitto. E quando ad El Alamein arrivano i tedeschi, Mario viene mandato a Johannesburg, in Sudafrica, su una nave carica di prigionieri. Sei mesi dopo viene spedito in Inghilterra, nei campi di lavoro forzato, poi in Scozia, sempre nei campi di lavoro, dove rimane tre anni.
La svolta
L’inferno finisce anche per lui, così, nel ‘46, a guerra terminata da un anno, torna a casa, dove lavora in campagna insieme con il padre. Nel ‘50 Mario cambia lavoro: bidello alla scuola media. A quei tempi le discussioni semantiche erano ancora lontane: i bidelli si chiamavano bidelli, non operatori scolastici; e la scuola media si chiamava scuola media, non scuola secondaria di primo grado. Infatti, quando gli chiedevano che lavoro facesse, rispondeva: «Bidello alla scuola media». Con la pensione Mario ha avuto modo di godersi la famiglia e l’orto, a cui ancora oggi tiene molto.
La cerimonia
In considerazione della sua storia, del fatto che è l’ultimo reduce di Leno della Grande Guerra, ma anche del fatto che è sempre stato tesserato all’Associazione combattenti e reduci, domenica, in occasione della Festa delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia, alla presenza di Ermanno Abbadati, presidente della sezione di Leno dell’Associazione, del sindaco Cristina Tedaldi e di numerose autorità militari e civili, a Mario è stata conferita la carica di presidente onorario dell’Associazione.
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