Bassa

Famiglia Radici, dalle corriere ai villaggi ai Tropici

Storia di un successo imprenditoriale iniziato con i bus fino a «I Viaggi di Atlantide», che fattura 22 milioni e dà lavoro a 24 persone
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Sono partiti da Leno e sono arrivati fino al Madagascar. Un lungo viaggio iniziato nella Bassa alla guida delle corriere, nei primi anni Ottanta, e che ora prosegue in altrettanti villaggi turistici sparsi tra l’Europa e l’Africa. Tina e suo marito Enrico Radici, in principio, sfoggiavano il loro cognome sulla fiancata dei 10 pullman che trasportavano bimbi e anziani nelle gite fuori porta.

Oggi, i figli Paolo e Pierre ospitano migliaia di turisti sotto la bandiera di «I Viaggi di Atlantide», il tour operator che a Montirone fattura circa 22 milioni di euro l’anno e da lavoro a 24 persone.

Fissare un appuntamento con almeno uno dei 4 operatori turistici bresciani non è semplice: la loro vita è inevitabilmente scandita dagli orari dei voli e dagli impegni presi in più parti del mondo.

La società I viaggi di Atlantide vende alle agenzie pacchetti turistici per Kenya, Zanzibar, Madagascar, Egitto, Mauritius, Seychelles, Maldive, Senegal, Sud Africa, Thailandia, Baleari e, appunto, Sardegna. Non solo: il business dei Radici è molto più ampio e comprende, tra gli altri servizi offerti, anche la gestione diretta - attraverso gli Atlantis Club - di alcune strutture a Zanzibar, in Kenya (con addirittura un villaggio tendato), in Madagascar e a Capo Verde.

«In questo arcipelago a 500 chilometri dalla costa senegalese - racconta Pierre - nel 2003 abbiamo intrapreso la nostra avventura con I viaggi di Atlantide, marchio che abbiamo rilevato da una società milanese». Grazie anche a una stretta collaborazione con la compagnia aerea Neos, i Radici hanno pure aperto un canale diretto esclusivo tra la sconosciuta località di Porto Santo (nell’arcipelago di Madeira, in Portogallo) e l’Italia. Con il passare del tempo, I Viaggi di Atlantide diventa così un punto di riferimento per tutti coloro che cercano una vacanza «comoda», ma alternativa.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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