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E il mio condono? La risposta dopo 27 anni

Ritrovata dal sindaco una pratica depositata in municipio nel 1985. Il cittadino che l'aveva presentata è deceduto nel 2012
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Stefano Boeri o Indiana Jones? Cioè: urbanista o archeologo? Il dubbio è venuto a Giuseppe Migliorati, sindaco di Poncarale, che si è trovato tra le mani alcune pratiche urbanistiche dimenticate in un cassetto. Tutto inizia la scorsa estate, quando Aldo, un suo concittadino, si presenta a lui e, cortesemente, gli chiede di conoscere l'esito di una richiesta fatta 27 anni fa.

«Per capire - spiega Migliorati - bisogna raccontare di una Poncarale che non c'è più. Un paese fatto di tanti pezzetti di suolo agricolo tracciati sulla carta, nel 1912, dal vecchio sindaco Bertazzoli, poi trasformati in orti lavorati dagli stessi assegnatari. Persone alle quali spesso serviva un portico: un riparo per attrezzi che non si usano più (falci, rastrelli, zappe…) o per il carretto del fieno. In seguito queste strutture in legno sono state sostituite da quelle in muratura e alcuni semplici capanni per attrezzi sono diventati piccoli cottage per passare la domenica in campagna con famiglia e amici. Sia chiaro che, comunque sia andata, non si tratta di opere realizzate con intenti speculativi».

I tempi cambiano «e gli strumenti urbanistici impongono di sistemare tutte quelle baracche che fanno da contorno alle abitazioni del centro abitato o da presidio ai terreni fuori porta. Nel 1985 arriva il condono, che intende dare un taglio col passato, sanando situazioni oramai consolidate e permettendo di regolarizzare le opere abusive. Infatti tra il 1985 e il 1987 il Comune di Poncarale riceve istanze di abusi edilizi: dal momento che tredici di questi riguardano strutture soggette a vincolo, l'Amministrazione di allora passa la pratica alla Regione, che però restituisce il plico, dichiarandosi non competente. Da allora cinque sindaci si sono alternati, ma la riposta resa ai titolari delle pratiche è sempre stata uguale: dovete aspettare».

Passano gli anni e, ricoperte di polvere, le pratiche rimangono nel cassetto, finché, l'anno scorso, Aldo torna alla carica per chiedere spiegazioni. «Il risultato - continua Migliorati - è che oggi mi trovo a dover sanare due irregolarità: l'abuso edilizio e l'inadempienza formale, perché un sindaco non può sfuggire a chi si rivolge a lui. In fondo rispondere è semplice: basta dire la verità, che però va ricercata con cura, soprattutto se non si vuole incorrere in un illecito amministrativo.

Così, con calma e pazienza, mi addentro nella casistica del sistema normativo. Apprendo che a me spetta un semplice gesto in adempimento di un dovere mai decaduto: l'inoltro per competenza. Quindi mi rivolgo a un esperto, il quale mi dice che si deve partire dalla Soprintendenza alle belle Arti. Determinato a proseguire, armato di aspirapolvere comincio da aprire i vecchi faldoni: contengono disegni, fotografie e schizzi datati 1985, che finalmente invio agli uffici competenti».

Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio, chiude il sindaco, «perché non potrò mantenere la parola data: Aldo, infatti, se n'è andato nell'autunno del 2012».

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