Bassa

Dall'Ucraina con i figli e i 19 cani di razza del suo allevamento

Orzinuovi ha spalancato le porte a una famiglia ucraina con dieci bull terrier e nove bulldog francesi
Alcuni dei cani di Alina, allevatrice fuggita dall'Ucraina - © www.giornaledibrescia.it
Alcuni dei cani di Alina, allevatrice fuggita dall'Ucraina - © www.giornaledibrescia.it
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Una madre, i suoi tre figli e 19 cani. Ieri Orzinuovi ha spalancato le sue porte ad una famiglia ucraina con 10 bull terrier e 9 bulldog francesi. Stipati nei trasportini all'interno di due piccole automobili, sono partiti dal confine con la Bielorussia, vicino a Chernobyl, venerdì 4 marzo.

La loro casa ridotta in macerie da una bomba. Insieme hanno affrontato un viaggio di 8 giorni nella bufera dell'inverno e nel terrore dei bombardamenti alla ricerca della salvezza. Nella storia agghiacciante della guerra e della distruzione insieme agli uomini ci sono anche gli animali. Profughi in mezzo ai profughi. Una settimana fa Alina, un'allevatrice di cani ucraina, ha preso il telefono in lacrime e ha chiamato la famiglia Maffeis di Orzinuovi. Si erano conosciuti ad una delle tante esposizioni internazionali a cui avevano partecipato insieme. «Ci hanno bombardato, non ce la facciamo più a vivere nel rifugio, dobbiamo scappare».

Non ha esitato la famiglia Maffeis ad aprire le porte della propria cascina e ad offrire un generoso contributo a questa drammatica situazione. «Vi aspettiamo» hanno risposto. E immediatamente si sono messi all'opera ad allestire i box per ospitare anche gli amici a quattro zampe. Un viaggio da incubo quello della famiglia di Alina. «Ci siamo fermati più volte - ci hanno raccontato - sotto i ponti, per ripararci dai bombardamenti». Un’odissea durata più di una settimana e finita ieri con i volti segnati dalla stanchezza e dal dolore e la salvezza alla cascina Martinenghine al confine tra Orzinuovi e Villachiara.

Alina parla inglese. I suoi cani sono campioni di razza. «Non potevamo abbandonarli ad un destino brutale, fanno parte di noi e si dovevano salvare con noi» ci racconta. Così i 19 cani inermi hanno condiviso la storia della loro famiglia sotto le bombe e sono stati portati via sulle due auto dell'esodo. Ora sono tutti al sicuro. «Siamo molto contenti di ospitarli» ci raccontano i Maffeis. «È stato commovente vederli scendere dalle loro automobili con tutti questi cagnolini e constatare che comunque, nonostante le lacrime e un viaggio così pieno di insidie, ce l'avevano fatta».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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