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Dall’Australia a Pralboino senza aereo: Simone e la sfida da 17mila chilometri

Il viaggio partirà presto da Singapore: intanto il bassaiolo ha percorso il Murray in kayak
La conclusione dell'avventura in kayak di Simone Curati - © www.giornaledibrescia.it
La conclusione dell'avventura in kayak di Simone Curati - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo un viaggio emozionante da 2.400 km sul fiume Murray in Australia, a bordo di un kayak, Simone Curati ha deciso di affrontare un’altra avventura: ritornare in Italia senza prendere un aereo, ma solamente via terra partendo da Singapore

Bresciano di Pralboino, dopo la laurea in economia ha deciso di lasciare l’Italia per l’Australia. «Stavo lavorando a un progetto informatico per una grande azienda bresciana - spiega il 32enne -, ma volevo migliorare le mie competenze aggiungendo un’altra esperienza internazionale, così a inizio 2020 ho preso un aereo e sono arrivato in Australia».

Dopo vari lavori Simone ha deciso di dedicarsi allo sport e l’8 gennaio ha intrapreso la navigazione a bordo di un kayak lungo il fiume Murray, il più lungo del continente: dalle Alpi australiane fino all’oceano. «Ho vissuto 88 giorni lungo il fiume attraversando tre stati: il New South Wales, il Victoria e il South Australia - racconta -. C’erano giorni in cui pagaiavo anche dodici ore al giorno e, nonostante il caldo dell’estate che, anche se poche volte, tocca 41 gradi, è stata un’esperienza più impegnativa mentalmente che fisicamente: è più difficile mantenere la concentrazione che lo sforzo fisico e poi si deve fare i conti con la solitudine».

Tre mesi trascorsi tra kayak e tenda che «sono stati un'esperienza formativa indimenticabile». Simone però non ha ancora finito di scoprire i suoi limiti e ora tornerà in Italia, dai suoi genitori e dagli amici, ma lo farà senza prendere un aereo. Il suo nuovo viaggio inizierà a breve: 17mila chilometri che lo proietteranno in una nuova e fantastica avventura. «Sono tranquillo mentalmente e fisicamente e quindi non ho fretta - tiene a precisare -. In questo viaggio, che sarà un percorso a tappe che farò con il cuore e "a braccio", mi piacerebbe metterci ancora un po’ di kajak».

Un ritorno rimandato, ma atteso: «Quando arriverò in Italia sarò felice di riabbracciare la mia famiglia e le persone che mi vogliono bene e poi vedrò il da farsi - conclude Simone -. Mi piacerebbe unire la passione che ho per lo sport con il lavoro anche se mi preoccupa il fattore occupazionale in Italia: in Australia, a differenza del nostro Belpaese, è più semplice, con buona volontà e tenacia, realizzare tutti i tuoi sogni e costruirti un futuro».

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