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Dal videogame fantasy al porno, guai per un ventenne

Utilizzava le chat ingame di una piattaforma di gioco online per agganciare le giovanissime vittime
Il ventenne si faceva dare in caht i numeri di cellulare - © www.giornaledibrescia.it
Il ventenne si faceva dare in caht i numeri di cellulare - © www.giornaledibrescia.it
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Le insidie del web non passano solo dai siti e dai social network, ma anche dalle piattaforme di gioco di ruolo online. Attraverso le chat ingame con le quali i giocatori si scambiano pareri e commenti durante le sessioni virtuali.

Lo sanno bene le vittime adescate tra una partita e l’altra da un ventenne disoccupato di origini indiane di casa a Milzano, denunciato nelle scorse ore dagli agenti della Polizia locale di Leno e dai loro colleghi di Treviolo, paese nella bergamasca dove risiede una delle sue vittime.

Le ragazze, tutte giovanissime, tutte appassionate di giochi di ruolo, venivano agganciate sulle piattaforme e, dopo essere entrate in confidenza con lui, arrivavano al punto da girargli il loro numero di cellulare. I contatti si spostavano così dalle chat dei giochi e quelle più tradizionali. A cambiare, e di molto, gli argomenti.

Una volta ottenuto il numero da quelle che poi definirà semplicemente amiche,i nfatti il giovane indiano alzava il tiro e mandava alle ragazzine contenuti hot, alcuni dei quali auto prodotti, chiedendo in cambio alle sue sventurate prede foto intime loro o delle loro coetanee. Il gioco, per nulla fantasy, è finito quando i genitori della ragazzina di Treviolo si sono accorti del contenuto delle chat e hanno fatto scattare l’allarme. Dell’indagine si è occupata la procura della Repubblica di Brescia che ha delegato sul campo gli agenti della Polizia locale di Leno e Treviolo.

I primi sono riusciti ad individuare e a localizzare il ventenne che, una volta raggiunto dagli agenti, ha negato le accuse e affermato di essere un semplice amico delle giovani coinvolte. Non gli è bastato per impedire agli agenti di sequestrare il suo cellulare e di consegnarlo agli uomini della Polizia Postale per un’analisi più approfondita del suo contenuto e per recuperare il contenuto delle chat private con le relative immagini finite al centro dell’inchiesta.

Il ragazzo di Milzano è stato denunciato e per ora si trova a piede libero. L’accusa per lui è di pornografia minorile, rischia una condanna per diversi anni di reclusione.

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