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Coronavirus, il carro funebre devia per concedere un addio

L'iniziativa è stata presa dal sindaco di Montirone: «Coi parenti in quarantena è l'unico modo per un saluto»
IN ATTESA DI SEPOLTURA
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In tempi di coronavirus cambia la dimensione del lutto mentre la necessità di contenere il contagio apre nuove dimensioni con cui necessariamente confrontarsi. In prima linea ci sono sempre i sindaci e le agenzie di pompe funebri, obbligate a concordare con l’istituzione spazi di deposito temporaneo delle salme in attesa dell’espletare i riti funebri con la conseguente sepoltura o il passaggio al tempio crematorio.

«Abbiamo ripulito e riadattato le camere mortuarie del nostro cimitero che ora è in grado di accogliere sino a otto salme. Facciamo firmare un impegno ai parenti e alle imprese: la salma può stazionare qui per una sola settimana, poi si procede da parte nostra alla sepoltura o alla tumulazione nel loculo. Chi è destinato al tempio crematorio può essere conservato solo nella cassa integrale di zinco. Anche in questo caso dopo una settimana si procede d’ufficio alla sepoltura. Non possiamo correre rischi igienici sanitari. Qui ad oggi siamo già a 12 morti e la situazione continua a precipitare».

Eugenio Stucchi, primo cittadino di Montirone, è stato uno dei primi sindaci a introdurre un’attenzione particolare ai congiunti: «Sono a casa malati o in quarantena e sono ammesse solo quattro persone alla sepoltura. Allora faccio passare il carro funebre con il feretro del congiunto sotto la casa dei parenti per un saluto o per significare un ultimo arrivo a casa. Il mezzo rallenta e si offre al saluto commosso dei parenti… Serve a poco, ma è un supporto importante per tutti. È il nostro modo di fare comunità, nel rispetto del dolore e delle persone. Di più non possiamo fare in questa situazione».

 

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