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Coronavirus, Cesare Prandelli: «Troppa fretta di ripartire»

L'ex ct: «Ricordo una telefonata con la moglie di un mio carissimo amico: non è riuscita nemmeno a salutarlo o a vederlo»
Cesare Prandelli - © www.giornaledibrescia.it
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«Tutti hanno questa voglia di ripartire, di offrire alla gente un sogno, però non so se siamo pronti. Mi sembra che ci sia un po’ troppa fretta. A livello organizzativo ci sarebbe qualcosa da dire, anche perchè il calcio è gioia, è aggregazione, voglia di sognare. Non so se la gente sia pronta e nemmeno i calciatori». Lo ha detto l'ex c.t. della Nazionale, Cesare Prandelli, ai microfoni del Tgr-regione Toscana e in merito alla possibile ripartenza del campionato di serie A

«Non credo che il calcio sia la priorità degli italiani però bisogna dire che questo sport ha un aspetto quasi miracoloso, lo puoi odiare, lo puoi allontanare, ma nel momento in cui l'arbitro fischia tutti diventano tifosi, diventano persone che vivono quel momento e dimenticano tutti i problemi - ha aggiunto Cesare Prandelli -. Potrebbe essere un motivo di sollievo per tante persone».

Dal punto di vista dell'emergenza Coronavirus a Orzinuovi, città natale dell'ex tecnico anche di Parma, Fiorentina e Genoa «negli ultimi giorni la situazione è migliorata veramente tanto - ha raccontato Prandelli -. Abbiamo vissuto tre settimane drammatiche, emotivamente è stato un momento veramente molto forte».
«Ricordo una telefonata con la moglie di un mio carissimo amico che mi ha raccontato un po' i suoi ultimi giorni - racconta Prandelli -. Sapevamo che aveva una gran paura di poter vivere un dramma da solo e la moglie non è riuscita nemmeno a salutarlo o a vederlo, non sapeva nemmeno dov'era. Non riuscivo a trovare le parole per confortarla, questo secondo me e' stato il dramma nel dramma». 

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