Bassa

Claudio Baroni è il nuovo presidente della Fondazione Morcelli Repossi

Scelto dal prefetto con lo scopo di «Valorizzare il nostro patrimonio e intensificare i rapporti con i clarensi»
L'esterno di Villa Corridori lasciata in eredità alla Fondazione Morcelli Repossi - © www.giornaledibrescia.it
L'esterno di Villa Corridori lasciata in eredità alla Fondazione Morcelli Repossi - © www.giornaledibrescia.it
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Claudio Baroni è il nuovo presidente della Fondazione Morcelli Repossi. È stato scelto dal prefetto, al quale spetta la nomina per statuto.

Baroni, giornalista, editorialista e già vice direttore del nostro quotidiano, succede a Ione Belotti, al timone dell’istituzione per 25 anni fino alle dimissioni nel novembre scorso. La successione è un fatto quasi naturale, per il ruolo, l’esperienza, la caratura, la «clarensità» di Baroni, componente del Consiglio di amministrazione una prima volta negli anni Novanta e poi dal 2016. Il prefetto ha anche nominato nuovo consigliere Alberto Frigoli, presidente della Poligrafica San Faustino. Gli altri membri del Cda sono Fausto Formenti, Giampaolo Gozzini e Irene Paderno.

Storica

La Fondazione Morcelli Repossi, riconosciuta nel 1966 con decreto del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, è uno fra gli enti culturali bresciani più prestigiosi. Si articola nella Biblioteca Morcelli, nella Pinacoteca Repossi e nell’archivio. «La mia presidenza - spiega Baroni - sarà all’insegna della continuità. Ione ha fatto cose importanti, come la sistemazione della struttura, l’ampliamento di Pinacoteca e Biblioteca storica, la riorganizzazione della parte espositiva».

La sfida futura, sottolinea il nuovo presidente, «è conservare e valorizzare questo patrimonio, che deve declinarsi secondo lo spirito dei tempi». Parte della Biblioteca è già stata digitalizzata a beneficio degli studiosi, lo stesso si potrà fare con l’archivio. Proseguirà il rapporto con le scuole legato alla Pinacoteca e continueranno le mostre. Una sugli incunaboli. «Stiamo pensando anche ad una rassegna dedicata alla seriole - dice Baroni - con mappe e documenti antichi come occasione per parlare di acqua e agricoltura, fra passato e futuro».

La Villa

C’è poi il capitolo Villa Corridori, lascito di Liliana Giordano nel 2012. Uno straordinario scrigno di arte e architettura liberty. Negli anni scorsi sono stati realizzati lavori per la messa in sicurezza della copertura. «Parteciperemo a tutti i bandi possibili - afferma il presidente - per trovare le risorse necessarie a trasformarla in casa-museo. Intorno alla Villa c’è un patrimonio immobiliare che potrebbe sostenere il progetto. Vedremo».

Il problema, poi, sarebbe farla vivere: «Abbiamo già alcune idee», anticipa Baroni. Il quale insiste su un punto: «Vogliamo intensificare il rapporto con le altre associazioni e realtà clarensi, in uno spirito di apertura e collaborazione reciproche». Una Fondazione intesa, percepita e vissuta dai cittadini con più leggerezza, «superando l’immagine di un ente storico, che mette un po’ di soggezione». Progetti e programmi che si aggiungono all’ordinaria attività di gestione di un patrimonio culturale che negli anni si è arricchito di donazioni.

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