Bassa

Cascina Bassa di Padernello, restauro esemplare sa di rinascita

Mentre si dibatte su queste strutture abbandonate un recupero attento anche all’economia circolare
Era una stalla: ora è divenuto lo spazio ora per la degustazione dei prodotti locali - © www.giornaledibrescia.it
Era una stalla: ora è divenuto lo spazio ora per la degustazione dei prodotti locali - © www.giornaledibrescia.it
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È stato completato il restauro della «Cascina Bassa», una struttura agricola - ch’era quasi completamente crollata - sul fianco orientale del Castello di Padernello. La riapertura del vasto spazio d’accoglienza e ristoro viene così a coincidere (è questo l’auspicio) con la rinascita di uomini e cose dopo le «clausure» e le chiusure tristemente dovute alla pandemia.

Negli ultimi anni tanto si è discusso sull’utilità di recuperare - e su come riutilizzare - gli innumerevoli cascinali abbandonati che punteggiano la campagna bresciana e più in generale lombarda. Edifici più o meno antichi, dalle architetture talvolta semplici ma spesso anche importanti, segnati da un triste destino. Sull’argomento molto si è detto e scritto. Tante le proposte, pochi i fatti. Intanto, molte delle cascine che coadiuvavano il lavoro agricolo della «civiltà contadina» hanno perso l’originale funzione e stanno scomparendo.

Per intervenire senza anacronismi e filosofie campate per aria il lavoro da fare è molto. Bisogna, per esempio, costruire tutt’intorno a questi contenitori un contesto, un progetto articolato, un’idea che sposi il nuovo con la storia, la cultura all’innovazione, la tradizione alla memoria. Si mescoli tale mistura alchemica insieme a lungimiranza (rara qualità, che parecchio assomiglia alla saggezza) e si vedranno i risultati.

È successo, appunto, a Padernello, nella cascina detta «La Bassa». Incastonata in un borgo che ha valore storico, la grande struttura si trova in contesto paesaggistico ancora bello. Una bellezza che non va alterata bensì rispettata, valorizzata e messa a frutto anche per l’economia che verrà. All’origine il cascinale (5.000 metri quadrati di immobili, su un’area di 2 piò circa) aveva pianta ad «U», aperto sul lato sud verso il mulino a tre rote... di ragione dei Martinengo, mosso dalle acque della roggia Fiumara che lì scorre da tempo immemore. Si sviluppava (e lo fa ancora) sulla via principale che dalla chiesa porta al castello ed è, di fatto, la cortina edificata della strada stessa.

Aveva una stalla con circa 60 mucche da latte, una per i cavalli, un corpo di case per i bracenti, fienili per la conservazione delle biade, porticati per carri e mezzi agricoli, un grande portale posto ad est per l’ingresso dei carriaggi, un caseificio che trasformava (sul serio a chilometro zero) il latte in formaggi, un brolo con orti e piante da frutto: pere, ciliegie, cachi, viti, nespole e mele cotogne. Aveva anche una grande aia, aperta su uno dei quattro lati perimetrali, utile per l’essiccazione al sole del frumento e del grano.

Lato sud: nella Cascina Bassa anche l’agribirreria - © www.giornaledibrescia.it
Lato sud: nella Cascina Bassa anche l’agribirreria - © www.giornaledibrescia.it

I restauri da poco conclusi, seguiti a vista dall’ingegnere e storico Sandro Guerrini, arredati dallo scenografo Giacomo Andrico, intendono tutelare e valorizzare gli ortogonali esistenti e le caratteristiche architettoniche di cascinale agricolo. Certo, la funzione di questi spazi non è più quella di un tempo, ha subìto una svolta, ha seguito l’onda. L’Azienda agricola Il Graal ha messo in atto un’idea nuova, costruendo un’agribirreria artigianale dove il luppolo, la materia prima, verrà coltivato nei campi limitrofi al cascinale per dare vita ad una virtuosa economia circolare.

La mappa: nel 1690 era ancora presente il palazzo quattrocentesco dei Martinengo, poi demolito - © www.giornaledibrescia.it
La mappa: nel 1690 era ancora presente il palazzo quattrocentesco dei Martinengo, poi demolito - © www.giornaledibrescia.it

La società Falco Nero, invece, ha realizzato un punto ristoro e degustazione dentro i rustici spazi della vecchia stalla, ambienti dal fascino indiscutibile, dalle atmosfere evocative. L’Immobiliare Sociale Bresciana ha pensato alla realizzazione di botteghe e aule per la formazione di bravi artigiani, in collaborazione con le iniziative culturali di Nymphe Castello di Padernello. Tutto ciò condensato dentro la grande struttura che sino ad un anno fa era ancora abbandonata: i tetti crollati, i muri crepati... Da anni, ormai, la cascina era fasciata da ponteggi e puntelli che ne evitavano il crollo totale. Ora, finalmente, è stata... sbendata.

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