Bassa

Cani avvelenati a Remedello, le esche gettate in cortili privati

Un bullmastiff è morto e un corso è grave: il topicida introdotto nelle case dei padroni
I bocconi avvelenati © www.giornaledibrescia.it
I bocconi avvelenati © www.giornaledibrescia.it
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Dopo Quinzano, Gambara e Visano, l’allarme avvelenamenti, si accende anche a Remedello, dove un cane è morto e uno è stato soccorso, pur non essendo ancora fuori pericolo. Ma c’è una differenza importante: i due avvelenamenti accertati a Remedello, infatti, non sono riconducibili a esche trovate in aperta campagna, perché, stando ai proprietari, sarebbero avvenuti nei cortili delle loro abitazioni, site in zone residenziali non distanti tra loro. Nel secondo caso in ordine di tempo, ossia quello che non ha avuto esito letale, l’esca si trovava in giardino: trattasi di ratticida.

Il fatto è stato subito denunciato ai Carabinieri. «Il cane sta assumendo gli antidoti, ma non è fuori pericolo- spiegano i proprietari-. Ha iniziato a sentirsi male lunedì, quando abbiamo notato un gonfiore all’addome: dopo gli esami, la veterinaria ha compreso che era in corso un’ estesa emorragia interna. Presentava poi altri chiari sintomi di avvelenamento. Quindi siamo tornati a casa, vicino alla pista ciclabile don Ottolini, per cercare la fonte, finchè in giardino abbiamo trovato il ratticida, che era contenuto parzialmente nel suo sacchetto biodegradabile, quindi è stato possibile individuare la sostanza che agisce nell’arco di tre giorni. Il cane è un Corso di 60 kg, dunque la sua mole lo ha aiutato.

Ci siamo rivolti alla Polizia locale e la veterinaria, all’Ats. Abbiamo inoltre deciso di denunciare l’accaduto ai Carabinieri perché, siccome noi non facciamo assolutamente uso di questa sostanza, è chiaro che qualcuno l’ha introdotta nella nostra proprietà». Anche il cane deceduto circa un mese fa era di mole considerevole, ossia un bullmastiff di 65 kg, e il proprietario era proprio la veterinaria del paese, la cui abitazione si affaccia su via d’Acquisto: «Non sono riuscita a salvarlo perché la sostanza ingerita ha prodotto danni irreversibili- spiega la dottoressa-. Non ho trovato esche, ma si trattava di cianuro o di un pesticida, che sono assolutamente assenti nel mio cortile, da cui il cane non è uscito, quindi il veleno è stato introdotto da fuori. Ora ho installato le telecamere».

«Invitiamo i cittadini a controllare l’esterno delle abitazioni prima di fare uscire i cani e a intrattenersi con loro mentre sono fuori», dice Vanda Boselli, presidente di Balzoo Bassa Bresciana. «Condanniamo apertamente questi gesti di inciviltà, crudeltà e vigliaccheria- dice l’Amministrazione comunale-. Abbiamo mobilitato la Locale che vigilerà affinché non accada più. Speriamo, inoltre, che si trovi chi è stato».

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