Area ex Sheratonn, il sindaco rassicura: «Non è certa la presenza di amianto»
«Sequestro cautelativo nell'area ex Sheratonn: non è certa la presenza di amianto». Così il sindaco di Bagnolo Pietro Sturla, dopo un tavolo tecnico ad hoc che lui stesso ha convocato il 30 dicembre per fare chiarezza sulla questione ambientale che da qualche mese sta preoccupando i bagnolesi, ha cercato di rassicurare i suoi concittadini. Un incontro programmato per chiarire le questioni ambientali e sanitarie collegate alla vicenda ex Sheratonn, al quale hanno partecipato oltre ai dipendenti dell'Ufficio tecnico e ambiente del Comune e agli amministratori, anche Ats Brescia, Arpa e l'impresa incaricata di eseguire i lavori.
I temi
«Dalla riunione - precisa Sturla - è emerso che ad oggi non è certa la presenza di amianto anche nell'area dove è sorto il capannone e che l'estensione del sequestro è stata disposta in via cautelativa. Il clima di preoccupazione è alto e sembra quasi che a Bagnolo ci troviamo sulle sponde di un grande centro di veleni, cosa che, invece, è ancora da appurare. Ad oggi abbiamo un semplice dato: sull'area interessata sono stati effettuati 35 prelievi e solo uno di questi ha fornito dati che potrebbero essere al di sopra dei valori consentiti in merito alla presenza di polveri di amianto».
Contromisure
Nell’incontro, riferisce Sturla, Ats ha confermato che l'unica azione che viene richiesta a tutela della salute pubblica, «è la copertura in via precauzionale dell'area dove è presente il materiale riportato che potrebbe essere contaminato da polvere di amianto». Misura già disposta da Sturla nell'ordinanza del 23 dicembre.
«L'impresa presente al tavolo - continua l'assessore all'Ambiente Cristina Almici - ha comunicato che sono in corso le procedure per richiedere alla Procura l'accesso al cantiere e iniziare i lavori di copertura delle aree.
Il fango
In ultimo Arpa ha chiarito che per quanto riguarda il fango che ha interessato e interessa le zone antistanti il cantiere e che è stato portato all'esterno dai mezzi dell'impresa durante le lavorazioni, non si rende necessario un particolare trattamento perché la presunta contaminazione di amianto riguarda il materiale utilizzato per la formazione delle massicciate.L'azienda incaricata dei lavori ha inoltre sostenuto che il materiale contestato, a loro dire, non ha le criticità ipotizzate, oltre ad essere certificato, e ha annunciato che dimostrerà che quantitativamente sono rispettati i parametri previsti dalla norma anche rispetto alla presenza, in termini percentuali, di amianto». L'impresa si è resa inoltre disponibile ad avviare subito una campagna di analisi dell'aria, prima e dopo la posa dei teli, per verificare quale sia l'indicatore di rischio reale. Intanto il 19 gennaio riprenderà l'accertamento tecnico preventivo autorizzato dalla Procura, ed eseguito da Arpa, che consisterà nell’esecuzione di ulteriori campionamenti nella nuova area posta sotto sequestro.
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