Bassa

Amianto e fanghi, scovate discariche abusive a Verolanuova

Sul campo Arpa e GdF, insieme ai Vigili del fuoco. Superficie talmente ampia che una giornata di scavo non è bastata
  • Discariche abusive, l'intervento dei tecnici a Verolanuova
    Discariche abusive, l'intervento dei tecnici a Verolanuova
  • Discariche abusive, l'intervento dei tecnici a Verolanuova
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La superficie da passare in rassegna è talmente vasta, che per l’attività di scavo una sola giornata non è bastata: si proseguirà oggi, ma ne serviranno anche altre. E non è solo un problema di estensione: per rintracciare il materiale contaminato stipato sottoterra a Verolanuova, i tecnici hanno dovuto chiedere il supporto dei Vigili del fuoco, perché il team ha dovuto usare una ruspa ed erodere il terreno per parecchi metri, fino in profondità, prima di raggiungere un punto non rovinato dalle scorie.

Attorno alle 12 di ieri, via Galileo Galilei è diventata l’epicentro di un’attività investigativa che ha visto sul campo i professionisti dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) del dipartimento di Brescia, gli uomini della Guardia di Finanza e i Vigili del fuoco. Al centro, una maxi discarica abusiva che nasconde fanghi di lavorazione industriale zeppi di amianto. Ma quella sulla quale sono al lavoro i tecnici è solo la prima area finita sotto lo scanner: ce ne sono altre, tutte diffuse sul territorio di Verolanuova e in gran parte realizzate in spazi di proprietà privata.

Gli scarti

Si tratta di centinaia di metri cubi di rifiuti contaminati. La pista sulla quale si sta indagando, sulla scia del fascicolo già aperto in Procura, porterebbe a una ditta operativa nella zona sul finire degli anni Ottanta. Nel periodo di attività sarebbero stati seppelliti quantitativi enormi di scarti industriali: parallelamente all’attività sul campo, gli inquirenti stanno conducendo gli accertamenti per risalire direttamente a chi negli anni addietro ha prodotto questa tipologia di rifiuti ed accertare così le responsabilità di un ulteriore sito esteso che sarà da bonificare.

A fare scattare i controlli è stato l’esposto recapitato sia all’Arpa sia alla Guardia di Finanza: chi lo ha inoltrato ha infatti fornito al team investigativo una serie di punti di riferimento, una sorta di bussola e di mappa per rintracciare le varie aree contaminate, terreni che di qui ai prossimi giorni saranno passati al setaccio e analizzati. «Ancora una volta - commenta il dg di Arpa Lombardia, nonché reggente del dipartimento di Brescia, Fabio Cambielli - il lavoro di squadra interdisciplinare consente di fare interventi efficaci».

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