Addio a Giacomo Onofrio il burattinaio amico dei bimbi

«Lo spettacolo è finito, cala il sipario e scrosciano gli applausi. L’uscita di scena di Giacomo Onofrio era forse preannunciata, ma il silenzio che lascia dietro di sè fa comunque… rumore: il celebre burattinaio si è spento ieri a 69 anni. Ad onor del vero, da tempo l’uomo – carpenedolese d’adozione - aveva abbandonato l’attività proprio a causa di una malattia alle corde vocali. Un nemico difficile da sconfiggere, questo, molto più di quelli apparsi nelle faide interpretate dai suoi personaggi di cartapesta.
L’addio. Gli stessi “omini” che - creati artigianalmente nel laboratorio di casa - spuntavano dalla finestrella del baldacchino del teatro-arena che portava in giro ovunque e che suscitavano una reazione compiaciuta al pubblico, laddove i sorrisi dei grandi si confondevano con quelli dei piccoli. Il motivo? Impossibile non ammirare le disavventure di Gioppino, ossia la sua maschera prediletta… dai contorni “generazionali”. Per primo la disegnò infatti il nonno (suo omonimo) nel 1925 dando il via alla tradizione di famiglia, quindi la ereditò il padre Giuseppe, sino a giungere a Giacomo a fine anni Settanta. E, da allora, dietro le quinte delle rappresentazioni si cela un mondo, tra cambi di costumi e i scenografie in base agli antagonisti in azione, le cui voci devono essere ben distinguibili.
La famiglia. E in questo Giacomo, aiutato dalla moglie Albertina, era un “mago”: immenso il talento con cui colorava le battute (dai tratti dialettali,recitate a memoria), rendendole uniche. Così, acquisiti di atto in atto giochi di suoni e movimenti hanno animato 42 anni d’esperienza. A tal proposito, chi gli diceva «muovi solo dei burattini», lui rispondeva con simpatia «La critica è facile, l’arte è difficile»: un mantra ereditato dal nonno. Era però spaventato di non avere un «successore». Pertanto ha ceduto a malincuore la storica collezione di personaggi di famiglia alla Fondazione Benedetto Ravasio di Bergamo, che li ha esposti al Museo dei burattini della città. Un patrimonio denso di marchi di fabbrica (il nastrino rosso ai costumi e gli occhi “ritoccati" col trucco; i colori pastello usati per i buoni, quelli scuri per i cattivi) che rendono unici gli attori e testimoniano la passione degli Onofrio. In particolare quella di Giacomo, le cui esequie si svolgono domani alle 10 nella chiesa parrocchiale di Villanuova sul Clisi, suo paese natio.
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