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«A settembre pronti a scendere in strada coi trattori»

Agricoltori sul piede di guerra: da 7 anni attendono indennizzi che non arrivano per i campi espropriati con l'arrivo della Corda Molle.
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Esasperati. Lo sono gli agricoltori accomunati loro malgrado dall’essersi trovati sulla strada della Corda Molle, che ha invaso le loro vite e i loro campi. Sette anni fa. Da allora non hanno visto un euro per i terreni occupati: si doveva realizzare il secondo tratto dell’opera, quello che da Azzano -Torbole porterà ad Ospitaletto, ma da due anni tutto è fermo.

La strada non avanza, mentre cresce la rabbia. Al tavolo la esprimono gli Zampedri, gli Orlandi, i Morandi, i Metelli: loro sono i titolatissimi rappresentanti dei circa 120 agricoltori che aspettano 19 milioni di euro (da dividere in parti diverse, a seconda dell’estensione delle rispettive proprietà) come indennizzo per l’occupazione dei propri terreni. A sostenere la loro battaglia c'è l'Unione provinciale agricoltori (Upa) di cui sono associati.

«Secondo le ultime informazioni, pare che entro settembre saranno disponibili le risorse. Dovranno essere indennizzati anzitutto quelli che non hanno ancora ricevuto l’80% di "acconto", e solo dopo quelli che attendono il restante 20%. Noi non diamo nulla per assodato: se entro la fine del- l’estate non si sarà mosso niente, dovremo farci sentire e vedere con qualche manifestazione pubblica. Se dovremo arrivare a questo, lo faremo: scenderemo in strada con i trattori».

C’è poi un’altra questione, che riguarda nello specifico il tratto di Sp19 compreso tra Azzano Mella (laddove si conclude il primo tratto, quello aperto, della Corda Molle) e la Giardineria. Ed è una questione di sicurezza: l’intersezione tra la Provinciale (molto trafficata, ancor più dopo l’apertura della Brebemi) e la strada che collega Torbole a Pontegatello è a raso. Qui dovrebbe sorgere un cavalcavia, ma ci sono solo dei pilastri di cemento (vedasi foto sopra). Ebbene, quella strada deve essere attraversata dagli agricoltori che hanno terreni da una parte e dall’altra della carreggiata. In particolare in questi giorni in cui si fa il trinciato, trasportato da trattori con grande rimorchio. «Ogni volta che si attraversa bisogna farsi il segno della Croce» dice uno di loro.

 

 

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