Bassa

A Pontevico rubata da una tomba una scultura di Domenico Lusetti

Un furto su commissione ha privato la sepoltura di un’opera di alto valore artistico e sentimentale
La scultura. La «Pietà» trafugata dal cimitero di Pontevico
La scultura. La «Pietà» trafugata dal cimitero di Pontevico
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Furto d’arte in un cimitero della Bassa bresciana. Sparita da una tomba di famiglia nel cimitero di Pontevico una scultura in bronzo realizzata dal famoso artista bresciano Domenico Lusetti. L’opera è stata trafugata dal camposanto lo scorso fine settimana, molto probabilmente un furto su commissione, avvenuto esattamente nella notte tra sabato e domenica quando sulla zona imperversava una forte nebbia.

Ad accorgersi della sparizione è stata proprio la famiglia pontevichese che nel 1968 fece installare sulla tomba di famiglia la statua dal titolo «Deposizione», che raffigura due angeli che sorreggo il Cristo morto. La famiglia, che quotidianamente va a pregare sulla tomba dei propri cari proprio domenica ha notato che l’opera d’arte scolpita da Lusetti era sparita.

«La statua si trovava sulla tomba dei nostri genitori da oltre cinquant'anni - spiegano i due fratelli pontevichesi - ricordo come fosse ieri che io e mia sorella decidemmo, dopo la morte di nostro padre, amico d’infanzia di Lusetti, d’installare sulla lapide una statua dell’artista originario di Pontevico. Fu proprio Lusetti, quando ci incontrammo nel suo studio, a proporci l’idea di realizzare in bronzo un bozzetto che lui aveva scolpito in altro materiale alcuni anni prima. Domenica purtroppo la brutta sorpresa: dell’opera d’arte più nemmeno l’ombra».

La scultura, alta circa settanta centimetri, fu realizzata per la prima volta nel 1963 in terracotta e poi nel 1968, su espressa richiesta della famiglia pontevichese in questione, ottenuta per fusione di un unico blocco di bronzo.

«Quello che non vogliamo - concludono i due pontevichesi -, e non tanto per il valore economico della scultura ma soprattutto per quello sentimentale e affettivo, è che questa statua finisca per essere venduta sul mercato nero degli oggetti d’arte trafugati. Per questo abbiamo voluto divulgare le immagini e rendere noto quanto ci è successo». La famiglia ha quindi anche sporto denuncia ai carabinieri della locale sezione che, dato il tipo di cimelio trafugato, hanno allertato i colleghi del reparto speciale «Tutela del patrimonio culturale».

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