Bassa

A Manerbio sotto l’albero c’è il taglio delle rette del Ferrari

Ma sono previsti aumenti per gli iscritti non residenti in paese e per le famiglie con Isee sopra i 32mila euro
L'asilo Ferrari di Manerbio - © www.giornaledibrescia.it
L'asilo Ferrari di Manerbio - © www.giornaledibrescia.it
AA

Le rette del nido di Manerbio, per le famiglie dei residenti con Isee medio-bassi, sono state tagliate della metà. Un traguardo che è stato raggiunto grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione comunale e la Fondazione Ferrari. L’abbattimento del 50 per cento, in questo momento storico nel quale la tendenza è quella di aumentare le tariffe, rappresenta un unicum e va a posizionare la scuola tra le più convenienti della provincia.

Come cambia. «Queste nuove rette, studiate per venire incontro ai bisogni delle famiglie manerbiesi saranno attive da settembre del prossimo anno - ha spiegato Marilena Barbariga, presidente della Fondazione scuola dell’infanzia e nido Ferrari -. Diciamo che sia per la nostra scuola, sia per l’Amministrazione comunale questo sarà un avvio sperimentale. L’obiettivo comunque è stato raggiunto ed è quello dell’abbattimento delle rette». Un esempio? Se attualmente una famiglia con Isee pari a 23mila euro, per mandare il proprio bimbo al nido nella fascia oraria che va dalle 7.30 alle 13, paga 400 euro al mese, con il nuovo anno scolastico, da settembre 2020, ne spenderà solamente 215 euro. «Era da tempo che volevamo introdurre un principio di equità nel sistema delle rette e finalmente ci siamo riusciti - ha spiegato soddisfatto il primo cittadino Samuele Alghisi -. Sarà un anno di transizione, abbiamo fatto degli studi di massima, ma solo a iscrizioni chiuse vogliamo fare i conti per capire quanto ci costerà questo progetto: come Comune potremmo passare da una contribuzione di 200 mila euro fino anche a 350mila euro». Gli abbattimenti riguardano le famiglie non agiate, leggeri aumenti, nell’ordine dei 20 euro mensili, per chi non è di Manerbio e per quei nuclei con Isee pari o superiore a 32mila. E per le famiglie non residenti il sindaco Alghisi ha scritto una lettera indirizzata ai propri colleghi.

«Ho inviato - conclude il numero uno di Manerbio - una missiva ai loro Comuni di residenza nella quale dichiaro di avere la responsabilità di abbattere le rette dei miei concittadini e spiego alle Amministrazioni di essere però disponibili a stipulare una convenzione o a collaborare. Per il momento però non ho ancora avuto risposte».

Equità. Soddisfatto l’assessore al Bilancio Paola Masini che parla di «giustizia sociale»: «La retta del nido - spiega l’amministratrice - è obiettivamente alta perché il costo effettivo a bambino, sostenuto dalla Fondazione, supera i seicento euro. Proprio per questo motivo come Comune abbiamo deciso d’intervenire con un contributo sostanziale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia