A Lograto Fondazione Morando restaura la libreria dantesca in occasione dei 100 anni

Compie cento anni la Fondazione Morando di Lograto (fino al 2003 in realtà ancora «opera pia») e per festeggiare si regala il restauro della «libreria dantesca», prezioso pezzo di ebanisteria dell’Ottocento disegnato dall’architetto Antonio Tagliaferri per la sala bresciana all’Expo milanese del 1881, finito in possesso del conte Giangiacomo Morando e recentemente riscoperto.
Un tuffo nel passato, per la Fondazione presieduta da Valeria Belli, che dal 1922, con il lascito della contessa Lydia Caprara Morando (nel patrimonio anche la Villa ora sede del Comune) negli spazi del Castello ha ospitato l’orfanotrofio femminile, poi la scuola media, il convitto scuola-famiglia, e in tempi più recenti l’ambulatorio di prevenzione oncologica Raphael (fino al 2015), il centro diurno per anziani (chiuso nel 2020 a causa della pandemia), la comunità educativa per minori, il consultorio e le sedi di Gruppo Ambiente, gruppo Volontariora e Banco del riuso.
Tradizione
Una lunga storia di filantropia e di cultura, come testimonia la presenza della preziosa libreria, che sarà ripercorsa domani e domenica negli appuntamenti programmati per la celebrazione del centenario. Al centro dell’attenzione, anche con visite guidate, il mobile disegnato da Tagliaferri e realizzato dall’ebanista Frigerio, e la curiosa vicenda del suo ritrovamento.
La libreria, arricchita da intarsi in legno e dettagli finemente scolpiti, porta modellate nella cimasa la figura di Dante e sei formelle con episodi delle tre cantiche della Commedia. L’opera infatti fu realizzata nel 1881 in occasione del 560° della morte del Sommo Poeta, e inserita nella sala «in stile fiorentino» progettata da Tagliaferri per la partecipazione bresciana all’Expo. Chiusa la manifestazione, l’arredo fu disperso (alcuni pezzi vennero acquisiti dal re, e ora sono a Brera), documentato solo da disegni di progetto custoditi nell’archivio Tagliaferri giunto nel 2010 alla Fondazione Da Como di Lonato.
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«Credevo che la libreria fosse perduta - racconta il conservatore della fondazione lonatese, Stefano Lusardi - finché non mi sono imbattuto in una pubblicazione della Fondazione Morando con l’immagine del mobile». Da qui la «caccia al tesoro», assieme alle studiose di Lograto Annì Gardoni, Emilia Provezza e Giovanna Valtulini, e la scoperta nelle stanze della Fondazione.
Che, con Valeria Belli, si è impegnata per il restauro (anche grazie a contributi del Comune e di privati) affidato al laboratorio di Massimo Ziliani e Ida Gervasoni di Calcinato. La Soprintendenza, con la funzionaria Laura Sala, sta lavorando al rafforzamento della tutela sul mobile. Che è tornato a splendere, raccontando una storia centenaria.
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