A Lograto c'è Touria, una bresciana in più

La voce è comprensibilmente rotta dall'emozione mentre pronuncia il giuramento, ma gli occhi e l'espressione del viso sono di chi sa cosa vuole, e soprattutto di chi ha lottato per ottenerlo. Touria el-Bennaoui, ragazza marocchina in Italia dal 1997, ha vinto la sua personalissima battaglia contro la burocrazia ed è ufficialmente diventata italiana.
Il giuramento alla presenza del sindaco del suo comune di residenza, Lograto, ha solo formalizzato ciò che la ragazza dentro di se sente già da parecchio tempo.
«Ciò che provo rimane immutato - racconta Touria -, perché io mi sono sempre sentita italiana. Questa è solo una regolarizzazione formale, certo estremamente importante». La storia di Touria è in effetti un po' complicata: ultima della sua famiglia a diventare italiana (pur essendo la sorella maggiore) a causa di un cavillo burocratico. Ma partiamo dall'inizio. È il 1990 e il padre di Touria giunge in Italia dal Marocco in cerca di lavoro. E in effetti dopo poco tempo lo trova, come operaio in una fabbrica, ottiene un regolare permesso di soggiorno e dopo 7 anni decide di ricongiungersi alla famiglia. Nel 1997 quindi Touria, la mamma Fatima, il fratello Ayoub e la sorella Hamida, raggiungono il padre in Italia.
Touria si ambienta subito: a parte l'iniziale e comprensibile difficoltà, non ha problemi di integrazione e si sente da subito italiana. Frequenta con profitto prima le scuole medie (aveva dieci anni quando è arrivata in Italia) poi l'istituto Abba-Ballini, diplomandosi in ragioneria. Non soddisfatta della sua formazione, si iscrive a Giurisprudenza; è qui che arriva la scoperta di essere un po' meno «uguale» dei suoi compagni di corso. Senza cittadinanza infatti, le sono precluse parecchie opzioni, come per esempio stage, concorsi pubblici o anche il corso per entrare in Croce Rossa o fare il Servizio Civile. Il padre di Touria fa quindi richiesta di cittadinanza e diventa ufficialmente italiano nel luglio 2005, dopo tre anni di attesa. Touria è inserita nella pratica del padre, al momento del giuramento è ormai maggiorenne. E questo è un problema, perché i figli minorenni diventano cittadini italiani col papà, non così per i maggiorenni.
Ottengono così la cittadinanza la sorella Hamida, il fratello Ayoub e anche il piccolo Achraf, l'ultimo nato. La madre la ottiene poco dopo in qualità di moglie. Touria si ritrova l'unica in famiglia a non essere italiana: per diventarlo deve rifare l'iter burocratico del padre. Con una differenza: non dispone di un reddito in quanto studente. La giovane riesce a presentare la richiesta nel 2008: sono serviti quattro anni di battaglie, telefonate e anche qualche momento di frustrazione, ma la tenacia di Touria è stata premiata. Dopo anni passati immersa nella cultura italiana, aver rispettato leggi italiane, frequentato ragazzi e ragazze italiani, parlato e scritto in italiano (molto meglio di tanti italiani) mancava solo un «timbro». È finalmente arrivato. Brava.
Corrado Consolandi
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