Ambiente

Nel 2023 gli eventi meteo estremi sono aumentati: frane, piogge e trombe d'aria nel Bresciano

Lo certifica l'Osservatorio Città Clima di Legambiente, che sulla mappa segnala anche cinque avvenimenti nella nostra provincia
Una frana in Valcamonica dopo i violenti temporali del 25 luglio - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una frana in Valcamonica dopo i violenti temporali del 25 luglio - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Nel 2023 gli eventi meteorologici estremi dovuti alla crisi climatica sono aumentati in Italia del 22% rispetto all’anno precedente. Sono stati infatti 378, 210 soltanto nel nord del paese, che si conferma l’area più colpita. 

Il bilancio è dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato insieme al Gruppo Unipol, che ha tracciato un quadro complessivo di quanto accaduto in dodici mesi e ha aggiornato la mappa interattiva con cui da alcuni anni visualizza sulla cartina i luoghi dove si sono verificati questi eventi estremi, con una breve descrizione di ciascuno. 

Sulla mappa ne sono segnati per quest’anno cinque in provincia di Brescia: oltre alla città ci sono Manerba del Garda, Rezzato, Cevo e Corteno Golgi (erroneamente indicato come Cedegolo), comuni sui quali si sono abbattute piogge intense, trombe d’aria, frane o che hanno sopportato i danni dalla siccità prolungata del 2022. In Valcamonica a luglio è morta una ragazza di 16 anni durante un campo scout per via delle violente raffiche di vento. In totale, l’Osservatorio registra 31 morti in Italia per le conseguenze della crisi climatica. 

Cosa è successo in Italia

Secondo il report di Legambiente, il nord Italia si conferma l’area più colpita della Penisola, seguita dal centro (98) e dal sud (70). In aumento soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record registrate nelle aree urbane (+150% rispetto ai casi del 2022), le frane da piogge intense (+64%); e poi le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%). Eventi che hanno segnato un 2023 che ha visto anche l’alta quota in forte sofferenza con lo zero termico che ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi e con i ghiacciai in ritirata.

Nello specifico nella Penisola si sono verificati 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e 3 eventi con impatti sul patrimonio storico.

Le zone più colpite

Tra le città più colpite: Roma, Milano, Fiumicino, Palermo e Prato. A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano nel 2023 le regioni più in sofferenza con, rispettivamente, 62 e 59 eventi che hanno provocato danni, seguite da Toscana con 44, e da Lazio (30), Piemonte (27), Veneto (24) e Sicilia (21). C’è da sottolineare che solo nel mese di luglio la Lombardia è stata colpita da ben 28 eventi, due le vittime. Tra le province più colpite svetta al primo posto Roma con 25 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna con 19, Milano con 17, Varese 12, Bologna e Torino 10.

«Gli eventi meteo estremi – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – stanno aumentando con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini. Il Governo Meloni approvi subito il Piano nazionale di adattamento al clima, stanziando anche le relative risorse economiche, che invece continuiamo a spendere per intervenire dopo i disastri, come dimostrano gli 11 miliardi di euro solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Il rischio è che l’Italia, senza il Piano e gli adeguati stanziamenti per la prevenzione continui a rincorrere le emergenze. Il Governo dovrebbe invece impegnarsi molto di più, puntando su prevenzione, politiche di adattamento al clima, campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri».

In provincia di Brescia

 

Siccità a Manerba del Garda

Il promontorio di Sirmione a secco (marzo 2023) - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Il promontorio di Sirmione a secco (marzo 2023) - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Il primo evento meteorologico estremo registrato nella nostra provincia è stato a Manerba del Garda a febbraio: “Danni da siccità prolungata”. Il 14 febbraio per via dei livelli ai minimi storici del lago, l'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) deliberava che dal 14 febbraio il deflusso minimo in uscita dalla diga di Salionze (a Peschiera del Garda) sarebbe stato di 9 metri cubi al secondo, e non più di 14 mc/s, in modo da sopperire alla carenza di acqua, di pioggia e neve, oltre al ridottissimo afflusso dal fiume Sarca, unico grande immissario del Garda. I livelli del lago erano attestati a 44 centimetri sopra lo zero idrometrico: lo stesso giorno del 2022 se ne misurarono 104 cm, mentre nel 2021 i livelli erano a 128 cm.

Danni a Rezzato per le piogge

  • Rezzato, le auto finite nel Naviglio grande
    Rezzato, le auto finite nel Naviglio grande
  • Rezzato, le auto finite nel Naviglio grande
    Rezzato, le auto finite nel Naviglio grande
  • Rezzato, le auto finite nel Naviglio grande
    Rezzato, le auto finite nel Naviglio grande

Il 24 maggio forti piogge sferzavano Rezzato, provocando il crollo dell’argine del Naviglio: due auto nel parcheggio davanti alla farmacia sono cadute nel canale, senza causare feriti.

Allagamenti a Brescia

Un'auto bloccata in un sottopassaggio in città - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
Un'auto bloccata in un sottopassaggio in città - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it

Nello stesso giorno a Brescia il maltempo causava allagamenti in varie zone della città. Si registravano notevoli disagi alla circolazione, alcuni sottopassaggi chiusi perché inagibili. In un caso due persone sono state fatte uscire da un veicolo in panne sotto un cavalcavia. Alcuni alberi sono caduti su delle auto parcheggiate lungo la salita del Castello.

Trombe d’aria a Corteno Golgi

Il campo scout in località Palù a Corteno Golgi - © www.giornaledibrescia.it
Il campo scout in località Palù a Corteno Golgi - © www.giornaledibrescia.it

Era il 25 luglio quando violente raffiche di vento provocarono la caduta di un albero sulla tenda del campo scout a Corteno Golgi in cui dormiva Chiara Rossetti, 16enne originaria della provincia di Como. La giovane è morta, travolta dalla pianta. In quei giorni, vaste zone della provincia vengono colpite dal maltempo

Frane a Cevo

Una delle frane sulla Sp 6 a Cevo
Una delle frane sulla Sp 6 a Cevo

Il 2 dicembre a Cevo sulla Sp 6 si riversano cinque frane nel giro di pochi chilometri. A provocare i crolli di roccia sono le piogge intense. Viene chiusa anche la via dell’oro a Capo di Ponte, che collega il comune a Paspardo. 

Gli eventi estremi in Lombardia 

In Lombardia il 24 e 25 luglio si sono verificate frane e danni causati dal vento che ha soffiato fino a 100 km/h. Due vittime e danni per oltre 41 milioni di euro. Il 31 ottobre un violento nubifragio ha colpito Milano provocando l’ennesima esondazione del Seveso: allagati i sottopassi Rubicone e Negrotto, oltre a via Valfurva, in zona Niguarda.

Due settimane dopo il disastro climatico investiva la Toscana: l’11 e 12 novembre intere aree nord della regione sono state alluvionate. In particolare, le province di Firenze, Prato e Pistoia hanno assistito a esondazioni dei corsi d’acqua e allagamenti diffusi, con danni per 1,9 miliardi di euro e 5 vittime.

I casi più rilevanti nel 2023

Tra i casi più drammatici le due alluvioni che hanno sconvolto l’Emilia-Romagna: il 2 e 3 maggio la prima e tra il 15 e il 17 maggio la seconda, più grave e che ha coinvolto 44 comuni, principalmente nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, con danni per oltre 8,8 miliardi di euro. Le forti piogge hanno fatto straripare 23 corsi d’acqua e si sono verificate oltre 280 frane in 48 comuni. Numerose le strade e ferrovie chiuse e danneggiate. Sono caduti più di 300 mm di piogge in due giorni. Il bilancio ufficiale è di 15 vittime, oltre alle 3 vittime dell’ondata di inizio maggio che aveva già compromesso abitazioni, viabilità e agricoltura.

Negli stessi giorni sono state colpite anche le province settentrionali della Marche, già vittime della grave alluvione del settembre 2022, in particolare quelle di Pesaro-Urbino e Ancona durante gli eventi di inizio maggio. In estate violente grandinate che, unitamente a venti record, hanno colpito il Veneto e tutto il nord est. In particolare, si sono verificate 52 grandinate in un solo giorno, il 19 luglio, che hanno causato 110 feriti e danni alle produzioni di grano, ortaggi, frutta e ai vigneti.

Caldo anomalo

Il 2023 diventerà, con molta probabilità, anche un nuovo anno record per le temperature medie mondiali: lo scorso novembre è stato il sesto mese consecutivo a registrare temperature record, come rilevato dal servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus (C3s), con una temperatura media globale di 14,22 gradi centigradi, superiore di 0,32°C al record precedente del novembre 2020. Anche in Italia il 2023 ha fatto registrare temperature record in diverse aree, anche in autunno, specialmente nelle città di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia. 

A Brescia temperature record sono state raggiunte anche a dicembre, superando la media storica di questo periodo da quando esistono le rilevazioni. 

«L’urgenza di intervenire è ormai sotto gli occhi di tutti – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente –. Gli effetti sempre più violenti dell’emergenza climatica, su cui anche gli scienziati dell’IPCC si sono più volte soffermati con i loro studi, sono ormai tangibili anche nel nostro Paese, che è tra i più esposti nel continente europeo. Oggi una delle grandi sfide legata alla lotta alla crisi climatica riguarda anche la vera mitigazione del rischio idrogeologico che si potrà ottenere solo integrando la restituzione dello spazio ai fiumi, agendo su delocalizzazioni, desigillatura di suoli impermeabilizzati, rinaturazione delle aree alluvionali, azzerando il consumo di suolo e non concedendo nuove licenze per edificazioni in aree prossime ai corsi d’acqua».

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