Al femminile

L’inattesa caduta degli dei di internet

Da Chiara Ferragni a Giulia Ottorini: l’etica non può essere comprata strisciando una gold card
L'influencer Giulia Ottorini è finita nel mirino della Guardia di Finanza
L'influencer Giulia Ottorini è finita nel mirino della Guardia di Finanza
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Senza volerlo Chiara Ferragni ha fatto esplodere la pentola a pressione dove sguazzavano impuniti gli illeciti insieme a molte facce di bronzo. Sembra che l’abitudine alla mancata comunicazione dei redditi fosse un modus operandi diffuso anche prima che un pandoro guarnito di polverina rosa facesse tremare le gambe ai tanti che indirizzano gli acquisti attraverso i social.

La gente comune, quella che le tasse le paga all’origine è rimasta impressionata dalla quantità di soldi che girano attorno al mondo dell’apparenza, e anche chi solitamente parla poco ha espresso la sua disapprovazione.

Sono in tanti quelli che sferrando un calcio di biasimo sulla muraglia glitterata hanno contribuito a spodestare dal trono dell’effimero la più famosa influencer italiana. Nell’inaspettata caduta si è trascinata dietro il probabile ex marito con il quale, solo adesso, invoca quella preziosa privacy per i figli che non hanno mai osservato.

L’effetto farfalla che ha colpito i Ferragn-ex sta diventando un nubifragio anche per altre celebrità di internet. Infatti la Gdf sta facendo controlli sui conti di parecchi venditori di immagine famosi i quali, pur non avendo mai fatto nulla di concreto, guadagnano cifre blu ma spesso dimenticano di segnalarne i proventi nelle dichiarazioni dei redditi.

Fra questi è entrata nel loro mirino anche Giulia Ottorini, una modella bolognese di 22 anni, nota più per i suoi contenuti a pagamento pieni di calore realizzati, neanche a dirlo, in abiti succinti su OnlyFans. Con evidente compiacimento appare in un video, rapidamente rimosso, nel quale mostra la lunga lista di spese effettuate nei primi quattro giorni di marzo per un ammontare di oltre 30 mila euro. Il suo nuovo format: «Quanto spendo in un mese ?» ha scatenato una grandinata di commenti che appaiono leciti quando si sbandiera la «riccanza» come fosse una condizione di normalità.

Trovare poco spiritoso il suo video non è una questione di invidia verso l’esibizione del lusso riservato a pochi. È facile unirsi alle critiche feroci che si è tirata addosso, ma non è il caso di infierire. Dagli scossoni che fanno cadere i moderni imperatori dal loro piedistallo si capisce che l’etica non può essere comprata strisciando una gold card. Non importa a quale piano della vita si riesce ad accedere, la rettitudine è come l’educazione, alla fine se non ce l’hai vieni giudicato per quello.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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