Il Cinema, la settima arte

Le moderne fiabe che il Cinema racconta derivano direttamente dall’invenzione dei fratelli Lumiére, a loro va il merito di quella che viene considerata la «settima arte». Quest’anno la cinematografia compie 130 anni e da oltre un secolo il critico Ricciotto Canudo l’ha aggiunta all’elenco delle belle Arti ovvero: pittura, scultura, architettura musica, letteratura e danza.
La rivoluzione di poter vedere e ascoltare delle storie ha creato una passione nuova che non conosce vie di mezzo. Il cinema o lo ami o ti annoia a morte.
I veri estimatori si riconoscono perché vanno alla ricerca di film che non fanno cassetta, gli altri si dividono fra coloro che si incontrano il sabato sera per «cinema e pizza» e gli spettatori che entrano in sala solo in rare occasioni, come è accaduto di recente con il film «C’è ancora domani».
I cinefili sono un mondo a parte, conoscono le opere dei registi e i nomi dei maggiori attori, anche stranieri. Attenti ai dialoghi, distinguono le tecniche di ripresa e della fotografia. A quest’ultima categoria appartiene l’Associazione Tina Modotti, costituita da un gruppo di affezionati che da parecchi anni assistono alla proiezione di film d’essai.
Dopo il peregrinare tra il Museo di scienze naturali e varie sale parrocchiali, attualmente soddisfano il loro interesse in una saletta messa a disposizione dal Comune di Brescia. In linea di massima si tratta di insegnanti in pensione che condividono anche l’impegno nel presentare le opere cinematografiche, quasi sempre di nicchia e in lingua originale, spesso tradotte dagli organizzatori.
Fin qui tutto può apparire come un normale ritrovo del venerdì sera, se non fosse per ciò che accade quando i disinteressati al dibattito se ne vanno. È questo il momento più bello, «l’attimo fuggente» in cui l’umanità e la cultura personale si rivelano.
È davvero incredibile quante sfaccettature possa contenere la trama di un film, soprattutto quanto siano profonde e diverse le interpretazioni di una tematica a seguito del confronto. La settima arte ha la straordinaria capacità di ampliare la memoria collettiva, aprendo i confini storici e geografici. Attraverso un linguaggio intuitivo insegna a comprendere realtà vicine e lontane, delineando la fisionomia di diverse identità culturali.
L’arte di raccontare le fiabe non appartiene al passato, si è adeguata al nostro tempo. Le storie consentono a tutti di viaggiare e vedere ciò che le mani non toccano e sentire le parole che non tutti dicono.
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