Papa Wojtyla due volte nel Bresciano in due mesi: a Borno e in città

Due visite in pochi mesi, a colmare quattordici anni di attesa. Quella dei bresciani, che dopo la leggendaria «gita» di Pertini e Wojtyla sulle nevi dell’Adamello, datata 16 luglio 1984, videro tornare in terra camuna Giovanni Paolo II nell’estate 1998. La prima volta a Borno, terra del suo stretto collaboratore monsignor Giovanni Battista Re, allora Sostituto alla Segreteria di Stato e poi creato cardinale dallo stesso pontefice polacco.
«Aveva ragione monsignor Re quando mi diceva: venga a Borno» riconoscerà lo stesso Wojtyla, ringraziando i bornesi riuniti in piazza con doni per rendergli omaggio il 19 luglio. «Mani da stringere, carezze, parole sussurrate» annotava Giacomo Scanzi, direttore del nostro quotidiano sette anni più tardi. La cronaca della giornata sulle colonne del GdB è quella di una teoria di gesti di grande umanità, fuori da ogni protocollo. Dal benvenuto di quattro gemellini, «un po’ assonnati, con un dito in bocca a mo’ di succhiotto, accompagnati da mamma e papà emozionatissimi», accolti da un Papa «apparso di buon umore», tanto da volere «al termine dell’Angelus, percorrere tutto il sagrato, stringere mani, accarezzare bambini».
Il messaggio di Papa Wojtyla
Giovanni Paolo II come molte volte nel suo pontificato anche nel piccolo borgo camuno scelse di rivolgersi anzitutto ai giovani, incitandoli a dare senso alla vita, a non sprecarla, ad investirla nel futuro, perché «si vive una volta sola». Ma anche agli anziani, agli ammalati «che sente particolarmente vicini». Ritornato in Vaticano il giorno seguente, Wojtyla sarà nuovamente a Brescia alla fine di quella stessa estate 1998, due mesi esatti più tardi, il 19 e 20 settembre per la beatificazione di Giuseppe Tovini. «Fragilità e forza di un Pontefice» titolava il suo editoriale il direttore Gian Battista Lanzani.
«La forza nella fragilità – scriveva l’allora direttore –. Potrebbe essere una sintesi dell’incontro del Papa con i bresciani: le parole che ha pronunciato, i gesti che ha fatto le mani che ha stretto». Nel capoluogo il papa era stato 16 anni prima. Il tempo intercorso ha lasciato segni sul fisico, non nella forza umana e spirituale. Allo stadio la celebrazione per la beatificazione dell’avvocato di Cividate Camuno, padre di dieci figli, si compie davanti ad una folla di 40mila bresciani che accolgono papa Wojtyla nel ricordo di Tovini. Lo faranno per l’ultima volta.
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