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Tre condanne e un'assoluzione per Green Hill

Pene tra un anno e un anno e sei mesi per i vertici dell'allevamento di cani beagle destinati alla sperimentazione
Processo Green Hill: tre condanne
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E' arrivata poco dopo le 9 di stamattina la sentenza del processo Green Hill. La prima sezione penale del tribunale di Brescia ha condannato Ghislaine Rondot, gestore dell'allevamento di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, Roberto Bravi e Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario dell’allevamento per uccisione di animali e maltrattamenti a pene tra un anno e sei mesi e un anno. Assolto invece il secondo gestore Bernard Gotti per non aver commesso il fatto.

 

Presenti in aula una ventina di animalisti e attivisti che alla lettura della sentenza non hanno potuto far altro che manifestare la loro gioia.

«La sentenza di condanna di Green Hill è un riconoscimento a tutte e tutti coloro che in tanti anni hanno partecipato a manifestazioni a Montichiari e in tante altre parti d'Italia e del mondo, hanno digiunato, firmato petizioni, realizzato inchieste giornalistiche, presentato denunce, scavalcato barriere fisiche e ideologiche che difendevano l'indifendibile».

Così Gianluca Felicetti, presidente di Lav, ha commentato la sentenza di condanna nei confronti di tre dei quattro imputati nel processo Green Hill. Il tribunale ha disposto un risarcimento di trentamila euro per la Lav disponendo anche il divieto per i condannati di allevare cani per i prossimi due anni. Le condanne sono state più leggere rispetto alle richieste del pm Ambrogio Cassiani che aveva chiesto pene dai due anni ai tre anni e sei mesi.

 

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