Valcamonica

Una domus sotto il museo romano

Dai lavori per realizzare l’esposizione archeologica riemerge un muro della «Civitas Camunnorum»
Dal passato. Gli scavi nel cortile di piazzale Giacomini
Dal passato. Gli scavi nel cortile di piazzale Giacomini
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L’ennesimo tesoro della «Civitas Camunnorum» dormiva sotto la pavimentazione di un cortile a due passi dalla chiesa parrocchiale, difeso sui quattro lati delle mura dell’incubatore d’imprese.

 

A Cividate Camuno si scava e viene a galla la storia: da una decina di giorni sono cominciati i lavori nel cortile dell’edificio di piazzale Giacomini che entro un anno diventerà la nuova sede del museo archeologico nazionale della Valle Camonica. Al team di archeologi, è bastato scendere a circa un metro di profondità per riportare alla luce parte delle mura di una «domus» romana e di un pavimento ancora ben conservato.

 

«Questi ritrovamenti non bloccano i lavori ma ne sono parte integrante», ha sottolineato Serena Solano, direttore del museo di Cividate e funzionario archeologico della Soprintendenza. «Ci troviamo nel cuore della città romana e avevamo pochi dubbi sulla presenza di reperti importanti sotto la pavimentazione: abbiamo fatto alcuni sondaggi che hanno dato esito positivo e abbiamo cominciato a scavare». Gli archeologi continueranno per tutto il mese di dicembre anche per rispettare i tempi previsti per l’apertura del nuovo museo.

«Il progetto è stato promosso dal polo museale della Lombardia di cui il museo di Cividate fa parte, dal Comune di Cividate Camuno e dalla Soprintendenza», ha sottolineato Solano. «Lo scavo occuperà soltanto metà del cortile interno e il resto verrà attrezzato per diventare una zona di ricreazione e passaggio dei visitatori». La presentazione.

 

Entro fine mese verrà organizzato un evento pubblico per spiegare i lavori e mostrare le nuove scoperte ai cittadini. «Direi che è di buon auspicio in vista del trasferimento del museo», ha aggiunto Cirilli Ballardini, sindaco di Cividate. «Iniziare questo percorso importantissimo con una nuova scoperta è un ottimo segnale: questi ritrovamenti ampliano ulteriormente la rete dei siti archeologici da visitare sul nostro territorio ed è un valore aggiunto al patrimonio culturale e archeologico della Valcamonica». Insomma: buoni segni, per la Valle dei Segni.

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