Valcamonica

Storia e memoria: emigranti camuni domenica in festa

Da 35 anni il sodalizio tiene vivo il ricordo di chi lasciò la propria terra natale
Camuni in val Formazza (Museo camuno fotografia storica) © www.giornaledibrescia.it
Camuni in val Formazza (Museo camuno fotografia storica) © www.giornaledibrescia.it
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Da trentacinque anni raccontano storie di vita trascorsa in terra straniera e tengono vivo il ricordo di chi non c'è più. L'associazione emigranti camuni è pronta per la tradizionale cerimonia annuale: domenica 18 novembre, a Boario Terme, i soci e i simpatizzanti del sodalizio camuno si ritroveranno per una giornata all'insegna della memoria e dell'amicizia.

«Attualmente contiamo circa 120 iscritti e, nonostante non ci sia un grande ricambio generazionale, la nostra storia continua ad essere mantenuta viva e presente», ha spiegato il presidente, Aurelio Montanelli. «Festeggiare gli emigranti ai nostri giorni ha un significato particolare, perché ci insegna a tenere vivo il ricordo di tanta gente della Valle Camonica che ha dovuto abbandonare casa e affetti andando a cercare lavoro all'estero». Per molti di loro fu un addio definitivo: costruita una nuova vita lontano dalla terra natale, non sono più tornati.

Nel 1983 venne fondata l'associazione, e venne inaugurato il monumento all'emigrante che si trova in piazzale Einaudi: proprio sotto questo simbolo, domenica, i rappresentanti e i soci dell’associazione si ritroveranno alle 10 per la cerimonia della deposizione della corona di alloro accompagnata dal saluto delle autorità.

Il corteo degli emigranti, accompagnato dalla banda cittadina, sfilerà fino alla chiesa di Boario Terme dove, alle 11, verrà celebrata la messa. Seguirà il pranzo sociale presso l'albergo Aprica. «Attualmente la nostra attività si concentra soprattutto nelle scuole del territorio, dove raccontiamo alle giovani generazioni le esperienze di chi ha vissuto all'estero, affinché questa memoria non venga dispersa», ha aggiunto Montanelli.

«Uno degli obiettivi per il 2019 è proprio quello di allestire una mostra fotografica che possa raccontare anche a chi non l’ha vissuta, la storia dell'emigrazione di ieri e di oggi».

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