Valcamonica

Si riaccende il forno spento sei anni fa: riapre la forneria

La scelta controcorrente di Regis Cotti sulle orme della famiglia: «Gli altri lavori? Mi annoiavano»
Con il grembiule. Regis Cotti al lavoro
Con il grembiule. Regis Cotti al lavoro
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Stanco di sentirsi dire dagli altri ciò che era giusto fare e cosa no, Regis ha deciso di ascoltare il cuore, correndo all’indietro sulla strada dei ricordi. Mentre i centri commerciali si scornano a colpi di offerte, a Vissone di Pian Camuno riapre una forneria chiusa sei anni fa: merito del giovane Regis Cotti che, da adulto, è tornato dietro al bancone dove, da bambino, sbirciava e imparava movimenti e parole di mamma e papà, panettieri di montagna dal cuore grande. 

«Ho deciso di cambiare perché mi stavo annoiando», racconta Regis che ci ospita durante l’impasto della domenica sera. «I miei genitori hanno sempre fatto questo lavoro e dopo la loro morte, mia sorella è rimasta fino al 2011. Ho fatto il magazziniere in un supermercato, il commesso in un distributore di benzina e l’impiegato in una ditta di prodotti per la pulizia: adesso torno a fare il mestiere di famiglia».

Ma Regis è conosciuto anche nell’ambiente della politica e, da dieci anni, siede sui banchi del Consiglio comunale di Pian Camuno. Ha moglie e figli: e, da oggi, ha anche il suo forno. «A Vissone l’ultimo negozio di alimentari ha chiuso poco tempo fa», racconta mentre controlla l’impastatrice. «Questo forno è tale e quale a come era trent’anni fa e non lo cambio. Non mi interessa fare quintali di pane: voglio lavorare quanto basta per quello che serve a me e alla mia famiglia». 

Dimenticatevi il pane senz’anima del supermercato che si cuoce in cinque minuti: Regis, dietro il grembiule bianco, misura farina e acqua e ha un dono della lentezza che non immaginavamo. «I miei mi avevano insegnato a fare la rosetta soffiata: richiede tempo e pazienza, ma è un buon pane», spiega mentre controlla la temperatura del forno. «Dolci? Sto pensando al pandolce di Montecampione che è una specie di panettone fatto a modo mio. Lavorare la notte? È dura, ma ho già avvisato gli amici della politica che per me il tempo delle cene è finito». Il vecchio forno «Tibiletti Condor» ha ricominciato a cuocere: e, nel buio della notte di Vissone, da oggi, in piazza si è accesa una luce in più.

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