Valcamonica

Sant’Antonio, nuova voce e ritmo a campane e lancette

Il Comune ha avviato uno studio per il restauro del campanile ormai «muto» da molti anni
La torre. Uno scorcio della chiesa di Sant’Antonio
La torre. Uno scorcio della chiesa di Sant’Antonio
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Uno degli angoli più suggestivi di Breno, e forse anche dell’intera Vallecamonica, è la piazza Sant’Antonio, stretta tra le abitazioni più antiche del paese. A renderla speciale è soprattutto l’antica chiesa, che custodisce gli affreschi del Romanino, e il suo campanile posto a fianco, con quell’orologio che la rende davvero unica.

La torre con le annesse campane, come pure l’affascinante orologio, non svolgono però più da tempo la loro funzione: i grossi bronzi sono purtroppo muti e le lancette non girano più a scandire il tempo dei brenesi. Per opporsi a questo oblio, l'Amministrazione comunale ha quindi avviato uno studio con l’obiettivo di arrivare al restauro e alla riattivazione del complesso campanario della torre della chiesa di piazza Sant’Antonio.

I bronzi che un tempo risuonavano, sia per richiamare i fedeli alle funzioni sia per segnalare altre necessità civiche, sono stati realizzati da due distinti fonditori e in due diversi periodi storici. La campana maggiore da Giuseppe Soletti nel 1738 (diametro di 1.195 millimetri e peso di 950 chili, la nota riprodotta è un Mi) e la minore da Marino Fanzago nel 1562 (diametro di 742, peso di circa 240, nota Si). Il Soletti fu uno dei professionisti più prestigiosi del Settecento e risiedeva a Breno, con un sapere millenario che si passava attraverso le dinastie e che finì poi alla famiglia della campanaria italiana Pruneri (il fondatore fu a bottega proprio a Breno). Lo stato di conservazione, nonostante l’età, è ancora buono, ma entrambe necessitano di restauro: in particolare, ai ceppi e alle ruote delle campane in legno e alla ferramenta di sostegno.

L’orologio, costruito nel 1755, nel corso del tempo ha subìto varie modifiche: non espleta più la sua funzione perché l’apparato di ricarica dei pesi è guasto e perché manca una manutenzione ordinaria, da parte di tecnici competenti, degli organi di movimento meccanici e una loro pulizia (possiede ancora però tutti i componenti e organi meccanici). L’Amministrazione, dopo aver commissionato lo studio per verificare stato e necessità di tutti gli elementi, ha deciso di avviare un accurato lavoro di restauro per ripristinare la funzionalità completa della macchina, recuperando così una delle migliori ricchezze del paese.

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