Valcamonica

Razzia di rane per il mercato nero: «Si rischia l’estinzione»

In diversi laghi camuni i bracconieri hanno rubato quasi tutte le uova per rivendere gli anfibi
Molti stagni sono stati predati in toto
Molti stagni sono stati predati in toto
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Lanciare un allarme in questo momento è forse un po’ tardivo: tutte le rane, oramai, sono finite letteralmente in padella. Pagate dai 2 ai 4 euro l’una sul mercato nero di contrabbando. Prelevate all’inizio della primavera, nel momento del disgelo in quota, ma soprattutto quando depongono le uova, così da predare tutto, per avere un profitto immediato e uno a breve termine, quando le uova si schiuderanno e dai girini nasceranno nuove rane.

Le guardie ecologiche volontarie (Gev) della Vallecamonica sono colpite dall’acuirsi del fenomeno della razzia degli anfibi: non c’è pozza di montagna che non sia stata aggredita dai bracconieri, che dopo il loro passaggio lasciano ben poco per la riproduzione della specie.

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