Valcamonica

Pm10, il Comune ce l'ha coi vicini: «Basta bruciare sterpaglie»

Dura presa di posizione del vicesindaco: «Senza una condivisione d’intenti non si va da nessuna parte»
Monitoraggio. La centralina dell’Arpa a Darfo
Monitoraggio. La centralina dell’Arpa a Darfo
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Nella guerra al Pm10 Darfo Boario Terme brucia le tappe mentre i vicini bruciano... sterpaglie.

In bassa Valle il divieto di accensione di fuochi all’aperto viaggia a due velocità: a Darfo, dove è posizionato il rilevatore dell’Arpa, l’ordinanza che vieta la combustione all’aperto di sterpaglie e biomasse è entrata in vigore il primo ottobre, con quindici giorni di anticipo rispetto al 2017. E i cittadini hanno capito. «Finora nessun verbale e nessuna multa», hanno confermato dal comando di Polizia locale. «L’ordinanza è entrata in vigore il primo ottobre e il divieto è stato rispettato».

Nessuna fretta, invece, a Gianico e ad Artogne dove il divieto è entrato in vigore rispettivamente il 10 e il 26 ottobre, confermando che sull’emergenza della qualità dell’aria, non tutti i sindaci la vedono allo stesso modo. Il risultato? Nei giorni scorsi il fondovalle ha ripreso a «fumare» nella zona che va dal santuario della Madonnina di Gianico fino a Montecampione. Fumi che, inevitabilmente, ristagnano nel fondovalle estendendosi fino a Darfo.

Fino ad oggi, grazie alle temperature sopra la media stagionale e alle correnti d’aria favorevoli, nella centralina Arpa di via De Amicis non è scattato l’allarme e il valore di Pm10 ha sfiorato la soglia limite di 50 microgrammi per metro cubo soltanto in tre occasioni. Ma, con l’imminente calo delle temperature e l’accensione di stufe e caminetti accompagnati al fenomeno dell’inversione termica, l’aria pesante è dietro l’angolo.

«Serve uno sforzo collettivo», ha spiegato il vicesindaco e assessore all’ambiente del Comune di Darfo, Attilio Cristini. «Senza una condivisione d’intenti non si va da nessuna parte».

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