Permessi mancanti e polemiche: smontate le passerelle al Piz Olda a Cevo

Sono durate una settimana. Non un giorno di più. Le passerelle «a due passi dal cielo», che rendevano transitabile, sia a piedi che in bici, il vecchio sentiero militare che dal Dos Curù di Cevo porta ai 2.500 metri del Piz Olda, sono state smontate proprio in queste ore. All’euforia per essere riusciti a riportare in vita un antico tracciato ormai scomparso tra la vegetazione, si è in seguito sostituita la consapevolezza di non aver rispettato tutti i passaggi necessari e, dopo un confronto con gli uffici della Comunità montana, la decisione è stata di tornare indietro. E si è saliti in quota per smontare quei manufatti, nell’attesa di presentare le necessarie domande e ottenere le dovute autorizzazioni.

Cosa è successo
Il Comune di Cevo e il consorzio forestale avevano avuto il consenso per sistemare la mulattiera che dal Dos Curù sale sino alla vetta del Piz Olda, a 2.512 metri d’altitudine, per circa nove chilometri di sentiero e 1.400 metri di dislivello. I lavori sono durati diversi anni, portati avanti un pezzetto per volta nei pochi mesi in cui si può lavorare a quelle altezze. Ma per le passerelle in ferro, necessarie per scavalcare i punti più esposti e tecnici, servono ben altre autorizzazioni, visto che l’area è compresa nel parco naturale dell’Adamello e, di conseguenza, sottoposta a vincolo.
Il clamore che ha suscitato la rimessa in sesto del tracciato - tra chi l’ha accolta con grande favore, come un modo per far rinascere e riscoprire la montagna, rendendola attrattiva per gli sportivi, e chi, con un afflato più ambientalista e lo ha tacciato come un vero e proprio «scempio» nella natura - ha acceso un far sul progetto e sulle passerelle. Consigliando a chi di dovere di rimuoverle, prima che potessero esserci conseguenze più serie. E così le maestranze del consorzio forestale sono tornate in quota, per rimuovere tutto e riportare a valle i manufatti, in attesa delle autorizzazioni. Sempre che queste vengano concesse, perché non è affatto scontato.
Chi adora il brivido, le pedalate intense e faticose, i tecnicismi sulle due ruote, dovrà quindi aspettare ancora un po’ per arrivare al Piz Olda restando sempre in sella. Oppure dovrà rassegnarsi a fare come sinora avvenuto, ovvero caricarsi in spalla la bici nei tratti più pericolosi ed esposti per poi risalirci quando il sentiero lo permette.
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