Valcamonica

Pedalare in Valsaviore a due passi dal cielo tra passerelle e paesaggi da sogno

Dopo dieci anni di lavori è stato ripristinato a Cevo il vecchio sentiero militare che conta ben 1.400 metri di dislivello
Da Piz Olda si gode di un panorama mozzafiato - Foto © www.giornaledibrescia.it
Da Piz Olda si gode di un panorama mozzafiato - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Pedalare a due passi dal cielo (meglio, viste le salite, se con la e-bike). Proprio in cima alle vette della Valsaviore, dove a transitare sono solamente gli animali, gli uccelli e chi non soffre di vertigini (e ha pure un gran fegato).

Si sono conclusi, dopo una decina d’anni, i lavori per rimettere in sesto il vecchio sentiero militare che dal Dos Curù, dove arriva una strada silvo pastorale, porta ai 2.500 metri del Piz Olda. Un tracciato che era ormai scomparso, in gran parte da percorrere su tratti molto stretti ed esposti, con da un lato il versante della montagna e dall’altro il vuoto. In alcuni punti, forse i più spettacolari ma pericolosi, sono state posate delle passerelle in ferro, che rendono così transitabile sulle due ruote l’intero tratto. Un sentiero praticabile a piedi, in bici o in e-bike, ma solo per biker ed escursionisti molto esperti.

Una delle nuove passerelle lungo il tracciato - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una delle nuove passerelle lungo il tracciato - Foto © www.giornaledibrescia.it

Si parte dalla Pineta di Cevo, in paese, dove è presente un ampio parcheggio a circa 1.100 metri di quota, e si sale su una carreggiata, non transitabile in auto, fino al Dos Curù, dove sono stati ritrovati anche dei massi preistorici. Da qui parte il tratto esposto e in parte su roccia, sino alla vetta del Piz Olda, a 2.512 metri esatti, per un totale di nove chilometri di sentiero e 1.400 metri di dislivello, con passaggi molto tecnici. 

«Ci abbiamo messo una decina d’anni per realizzare questo sogno - spiega il sindaco Silvio Citroni -, sistemando un piccolo tratto per volta ogni anno e trovando via via le risorse. Il più complicato è stato l’ultimo: non è facile lavorare a quelle quote e individuare le soluzioni tecniche necessarie. Ora l’intero tratto è pedalabile, prima i pochi che ci andavano dovevano portare la bici a spalle in alcuni punti. Deve però essere chiaro a tutti che, da un certo tratto in poi, è solo per persone molto esperte, che praticano downhill. Naturalmente per chi ci ha lavorato, è una bella soddisfazione».

Gli interventi sono stati eseguiti dal consorzio forestale dell’alta Valle; l’area è utilizzata dagli sportivi, anche da chi ama il volo libero o in deltaplano, e, sempre meno, per il pascolo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia