Valcamonica

Niardo, i torrenti Re e Cobello osservati speciali per il rischio dissesto idrogeologico

La Regione stanzia mezzo milione per monitorare i due corsi d’acqua
I segni dell'alluvione a Niardo, nel luglio del 2022 - Foto © www.giornaledibrescia.it
I segni dell'alluvione a Niardo, nel luglio del 2022 - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Curare le ferite. Ma oggi è quasi più importante prevenirle. Perché disastri come quelli occorsi a Niardo a fine luglio possano essere previsti e, di conseguenza, contenuti e limitati nei danni. Il dissesto idrogeologico c’è da sempre ed è impossibile da eliminare, ma con sistemi modernissimi di monitoraggio e allerta, è invece possibile mettere in salvo il territorio e, soprattutto, le persone.

È avvenuto sulla Val Rabbia di Sonico alcuni anni fa, con la posa di una serie di sensori che rilevano anche piccoli movimenti del terreno e la quantità di pioggia, facendo scattare allarmi sui cellulari e, soprattutto, una sirena in paese in caso di pericolo reale. Attrezzatura più di recente posata anche sul versante opposto della montagna rispetto a Niardo, ovvero sul corso del Blè tra Ono San Pietro e Cerveno, dove un paio di anni fa è stato dichiarato lo stato di emergenza per le colate detritiche del Blè.

Sicurezza

La Regione ha da poco stanziato quasi mezzo milione per il monitoraggio contro il rischio idrogeologico nei bacini dei torrenti Re e Cobello, «colpevoli» dell’alluvione di Niardo. Nel dettaglio viene esteso ai due corsi d’acqua l’accordo di collaborazione in essere tra la Regione, il Consiglio nazionale delle ricerche di Torino e i Comuni di Sonico, Ono e Cerveno per sviluppare e installare nuovi sistemi di monitoraggio innovativi e utili alla conoscenza dei fenomeni di colata detritica e al preannuncio del verificarsi di episodi di dissesto.

L’analisi dei dati monitorati servirà a definire al meglio i diversi fattori che controllano il formarsi dei dissesti e a sviluppare procedure di allarme in grado di minimizzare i danni alla popolazione. Infatti gli esiti del lavoro avranno ricadute dirette sugli strumenti e sui piani di protezione civile comunali.

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