Valcamonica

Martalar usa gli alberi abbattuti da Vaia per un maxi «Basalisc»

Il vicentino realizzerà a Cevo l’opera gigante di land art entro la primavera 2023 su invito del Comune
Alpe Cimbra: il Drago di Vaia a Lavarone è ormai una «star» sui social - © www.giornaledibrescia.it
Alpe Cimbra: il Drago di Vaia a Lavarone è ormai una «star» sui social - © www.giornaledibrescia.it
AA

Il «Drago di Vaia» sull’Alpe Cimbra a Lavarone, uno dei soggetti più fotografati nell’ultimo biennio, il Leone alato, il Cervo a Malga Millegrobbe e il Gallo davanti al municipio di Gallio. Ora, nel giro di un anno, tra i boschi della Valsaviore arriverà il «Basalisc».

Si tratta di imponenti sculture in legno, realizzate con gli alberi abbattuti nel 2018 dalla tempesta Vaia dall’artista Marco Martalar. Scultore professionista con laboratorio a Mezzaselva di Roana, nel Vicentino, è diventato famoso per le sue installazioni di land art e ora opera in mezza Italia.

L’invito

Nei giorni scorsi è stato a Cevo, ospite del sindaco Silvio Citroni, che dopo aver visto un servizio sulla Rai ha deciso di contattarlo. Anche la Valcamonica ha subito pesanti danni dalla Vaia, con migliaia di piante abbattute e intere porzioni di bosco sparite. Cicatrici che difficilmente potranno essere rimarginate: Martalar ha però trovato un modo per valorizzarle.

Citroni ha pensato alla realizzazione di un grande «Basalisc» nella Pineta (non si tratta del Badalisc di Andrista, figura mitologica che abita i boschi ed esce solo il 6 gennaio, ma di una maschera di drago-serpente che veniva evocata nelle stalle nelle sere d’inverno). Sarà grande sei per quattro metri e sarà collocata esattamente alla sinistra dello Chalet Pineta nella primavera 2023.

Attrazione

«Nel paese del Drago di Martalar è arrivato un flusso di visitatori incredibile - racconta Citroni -, crediamo che anche il nostro Basalisc possa attirare curiosi. È un’idea che è piaciuta e abbiamo già in mano un bozzetto; ora serviranno le autorizzazioni necessarie, perché siamo nel Parco, ma contiamo d’essere pronti tra un anno». L’idea ha provocato anche polemiche, ma si prosegue.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia