Valcamonica

Malegno-Borno, «Le postazioni non erano sicure»

Lo dicono i testimoni al processo per la morte del commissario falciato da un’auto
Luglio 2017. La Peugeot uscita di strada durante la gara © www.giornaledibrescia.it
Luglio 2017. La Peugeot uscita di strada durante la gara © www.giornaledibrescia.it
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È entrato nel vivo con l’esame di quattro testimoni il processo a carico di Francesco Tartamella, Francesco Bellingeri e Sergio Sensi per l’omicidio colposo di Mauro Firmo, il commissario di gara falciato e ucciso dalla Peugeot 206 condotta da Christian Furloni uscita di strada il 29 luglio di due anni fa, in occasione della 47esima edizione della Malegno-Borno.

I tre - rispettivamente direttore di gara, delegato dell’allestimento del percorso e ispettore della sicurezza - secondo l’allora titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Paolo Mandurino, omettevano di rilevare la difformità del posizionamento della postazione di controllo occupata da Firmo e nel complesso lo schieramento dei commissari, concorrendo così alla sua morte. A sostegno di questa tesi ieri sono intervenuti tre dei quattro testimoni citati dall’accusa. Tra questi anche il commissario che in quei drammatici istanti si trovava con Firmo e che è stato travolto, ma fortunatamente, non ucciso dall’auto uscita dal seminato.

Per lui e per altri due le postazioni di controllo così come allestite non erano sicure. In particolare mancava lo spazio previsto per la fuga dei commissari. Per uno solo dei testimoni quello spazio c’era ed era stato appositamente realizzato a colpi di falce e ruspa nei giorni precedenti la manifestazione. Che la colpa della morte di Firmo non possa ricadere sui tre imputati è convinzione invece dei loro difensori:la libertà di movimento di un commissario durante la gara a loro avviso stride con l’imputazione ricaduta sui loro assistiti.

Il processo, celebrato davanti al giudice Angela Corvi, è stato aggiornato al prossimo 18 settembre. In quell’occasione saranno sentiti consulente di accusa e difesa, oltre ad alcuni testimoni citati dai difensori. Il verdetto è tutt’altro che scontato. La sentenza non è ancora in calendario. Probabile comunque che non arrivi prima della fine dell’anno.

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