Valcamonica

Laghetto azzurro inquinato per un depuratore guasto

Individuata da Arpa e forestali l’origine della chiazza nera che ha avvelenato lo specchio d’acqua a Malonno
Da azzurro a nero: uno scorcio del laghetto inquinato - Foto © www.giornaledibrescia.it
Da azzurro a nero: uno scorcio del laghetto inquinato - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Per saper con certezza che cosa abbia avvelenato le acque del Laghetto Azzurro di Malonno bisognerà aspettare ancora un paio di settimane, ma sulle cause dell’inquinamento i tecnici dell’Arpa di Brescia e i Carabinieri forestali hanno chiuso le indagini in meno di 48 ore.

Passato il fine settimana, lunedì mattina gli specialisti dell’agenzia regionale per la salvaguardia ambientale della sede di Darfo sono tornati sul luogo del misfatto riuscendo a individuare la fonte. A portarli ancora una volta nella zona industriale di Malonno, a poche ore di distanza dal primo sopralluogo, è stata una nuova segnalazione con la quale si denunciava l’ennesimo sversamento di un liquido nero, all’apparenza bituminoso, finito nello specchio d’acqua alle spalle del centro sportivo comunale.

Con i carabinieri, i tecnici Arpa hanno quindi deciso di passare in rassegna le aziende della zona. Hanno risalito l’area industriale che costeggia il fiume Oglio fino alla frazione di Frossena-Fontane dove hanno bussato alle porte della San Grato Spa, impresa che si occupa di stampaggio a caldo, in particolare per il settore dell’automotive.

Un precedente caso di inquinamento risale all'aprile 2020 - © www.giornaledibrescia.it
Un precedente caso di inquinamento risale all'aprile 2020 - © www.giornaledibrescia.it

Militari e tecnici hanno quindi chiesto di poter effettuare un controllo degli scarichi industriali dove è stato individuato il problema: un guasto all’impianto di depurazione delle acque che, stando ai campionamenti effettuati, finivano negli scarichi pregne di polvere d’acciaio, derivata dallo stampaggio, mista a olio.

Del guasto pare non si fossero accorti operai e titolari dell’azienda. Dopo lo sversamento di sabato, lunedì con il riavvio dei macchinari si è ripresentato il problema, interrotto dai carabinieri forestali e dai tecnici della sede Arpa di Darfo, cui è giunto il plauso del direttore Fabio Cambielli per la tempestività con cui è stata individuata la causa e, quindi, fermato l’inquinamento ambientale.

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